Razzia di acquisti con le false «card »

Razzia di acquisti con le false «card » Razzia di acquisti con le false «card » Decine di testimoni interrogati, altri arresti in vista, perquisizioni a tappeto nei negozi e nelle abitazioni di commercianti dove sono state usate carte di credito falsificate: una giornata cruciale per l'inchiesta sulla truffa miliardaria, ideata da una banda che per ora vede in carcere cinque persone e altre cinque denunciate a piede libero. Uno dei cinque arrestati è Angelo Tiani, socio del Caffè Torino, chiuso da una settimana per ordine del magistrato. Ieri è emerso un dato allarmante: nel dicembre scorso il «Di ners» aveva revocato ai gestori del locale l'autorizzazione ad accettare la carta di credito. Evidentemente la banda aveva già messo a segno diversi colpi proprio nello storico caffè. Un'altra conferma delle dimensioni della truffa viene da un titolare di un negozio di via Madama Cristina, perquisito e setacciato dagli agenti della squadra di polizia giudiziaria della Finanza. Gli unici tagliandi sospetti riferibili a quel negozio risalgono allo scorso novembre. «Adesso mettono sotto inchiesta i commercianti - protesta il titolare - ma questa truffa va avanti da mesi. Nel nostro quartiere la banda ha "visitato" sistematicamente i negozi più costosi, boutique, gioiellerie, oreficerie, impianti stereo, tutti posti dove si fa presto a fare un conto di qualche milione. Parlando tra colleghi si è saputo che hanno piazzato le carte anche in Liguria e perfino in Costa Azzurra». La banda di falsari avrebbe messo a segno centinaia di colpi in tutti i quartieri cittadini. Negli ultimi tempi l'attività era diventata frenetica e forse l'avidità ha finito per tradirli. Nella gioielleria «Cane» di via Madama Cristina (la commessa era una delle testimoni sentite ieri dal pm Bascheri) prima si è fatto vivo un complice: la descrizione corrisponde a quella di uno degli arrestati, Michele Bruno, 46 anni, rappresentante e commerciante ambulante. Ha raccontato la commessa: «Ha detto che voleva regalare un collier alla sorella e alla cognata. Ha scelto due pezzi abbastanza belli e ha pagato con la "Visa". E' tornato fl giorno dopo: "Quello per mia cognata non va bene, non ha da mostrarmi un altro articolo?". E ha scelto un pezzo più costoso. Poi è tornato una terza volta accompagnato da un altro uomo (la descrizione corrisponde a Amor Ben Lahdkar Jelassi, uno dei cinque arrestati): "Ha visto i collier, gli sono piaciuti, vuole comprare anche lui un girocollo"». Un'impiegata di una boutique alla Crocetta: «Li ho riconosciuti quando ho visto le loro foto sui giornali. Due di loro erano venuti un paio di volte. Ricordo che la seconda, quando mi ha dato la Visa, l'ho infilata nel Pos (il lettore collegato con la banca) e non mi dava l'ok. A volte capita che la linea con la banca sia occupata, basta attendere qualche secondo. Ma lo sconosciuto ha detto: "Lasci stare, non importa, tomo dopo, ho la macchina posteggiata in doppia fila", ed è uscito di corsa dal negozio». La titolare di yn negozio di abbigliamento in via Tripoli: «A dir la verità qualche sospetto lo avevo avuto anche prima che la storia finisse sui giornali. Su quel tipo che è venuto a comprare delle magliette Lacoste: 'Me ne dia una decina: sa, sono per le mie nipotine a Parigi. E ci metta anche quel telo mare e l'accappatoio di Armani". Quando ho visto la sua foto sul giornale mi è venuto in mente che l'avevo visto spesso in centro, al Caffè Torino». Quasi tutti i testimoni sembra siano stati in grado di riconoscere con sicurezza le persone che si presentavano nei loro negozi con le carte falsificate: Michele Bruno (il difensore avvocato Verazzo ha fatto ricorso al tribunale della libertà, che deciderà domani), il tunisino Amor Jelassi (difeso dall'avvocato Perla), che sembra abbia fatto ampie ammissioni e che potrebbe ottenere gli arresti domiciliari, lo slavo Nenad Nikolic. Ieri pomeriggio il gip Ombretta Sai volti ha risentito Ugo Fiono, il titolare dell'orologeria Astrila di via Roma. Al termine dell'interrogatorio il difensore, avvocato Mazzola, ha chiesto la revoca della misura cautelare. Oggi il pm Bascheri interrogherà due dei denunciati a piede libero: Giovanni Santoianni, corso Belgio 24, rappresentante, e la sua convivente, Anna Kaliovska, ex ballerina (sono difesi dall'avvocato Tartaglino). Claudio Ceraiuolo Decine di testimoni interrogati, perquisizioni nei negozi e nelle case di commercianti, altri arresti in vista Sopra, il tunisino Amor Ben Lahdkar Jelassi e lo slavo Nenad Nikolic li Mi Interrogato nuovamente ieri Ugo Florio, il titolare dell'orologeria Aj'.rua Dalle indagini la truffa risulta miliardaria Uno dei negozi «visitati» dalla banda di falsari che avrebbe messo a segno centinaia di colpi in tutti i quartieri cittadini. Negli ultimi tempi l'attività era diventata frenetica e forse l'avidità ha finito per tradirli

Luoghi citati: Liguria, Parigi, Torino