E' morto Sanipoli attore umano e ruvido

E' morto Sanipoli attore umano e ruvido Oggi a Roma i funerali, aveva 77 anni E' morto Sanipoli attore umano e ruvido Spesso interprete di sentimenti forti per lo sguardo duro e la voce potente ROMA. Si svolgeranno questa mattina alle 10, nella chiesa di Santa Chiara, i funerali dell'attore Vittorio Sanipoli, morto sabato in un ospedale romano nel quale era ricoverato per una malattia ai polmoni di cui soffriva da tempo. Aveva 77 anni. Due coso erano straordinarie in Vittorio Sanipoli, gli occhi e la voce. Questo attore genovese, schivo fino all'eccesso e dedito esclusivamente al proprio lavoro (confessava di non avere hobby), possedeva uno sguardo obliquo, tagliente, spesso duro. E la ruvida pastosità della sua voce, unita a una potenza fuori del comune, faceva di lui un interprete fortemente caratterizzato. Scaturivano da qui le innumerevoli parti di cattivo, di accusatore, di soldato e, comunque, di uomo implicato in situazioni e in sentimenti forti, che segnarono fin dall'inizio la sua carriera. Il teatro fu naturalmente la sua prima, grande palestra. Vi approdò nel '39. Particolare significativo, quasi profetico: cominciò con la compagnia di Romano Calò, specializzata in Sialii. Quindi passò nella ditta i Ruggero Ruggeri e di Renzo Ricci. La prima, autentica affermazione arrivò nel '51 quando, con la compagnia del Teatro Nazionale di Roma diretto da Guido Salvini, interpretò il «Peer Gynt» di Ibsen, «Gli straccioni» di Annibal Caro e «Romeo e Giulietta» (nel ruolo di Tebaldo) di Shakespeare. In quella stagione e con quel repertorio, Sanipoli non solo rivelò la maturità dei suoi mezzi, ma dimostrò di saper anche essere duttile, scabro. La conferma di queste qualità giunse con la bella interpretazione di «Corte marziale per l'ammutinamento del Caine» nel '56 e con l'ingresso nella compagnia Albertazzi-Proclemer, dove riportò un successo personale interpretando il personaggio di Polo nel dramma di Michael V. Gazo «Un cappello pieno di pioggia». Da 11 a poco arriverà la consacrazione di un premio Idi per lo spettacolo «Bertoldo a corte» di Massimo Durai. A partire dagli Anni 60 Sanipoli diventerà uno dei più popolari attori televisivi e cine- matografici. Mai prcu jonista, e tuttavia indispen; -.bile come antagonista, forniva alle grandi platee degli sceneggiati interpretazioni ineccepibili. Potremmo citare «Il mulino del Po» di Sandro Bolchi, in cui sosteneva il ruolo dei capitano Mazzacorati. E' forse impossibile dar conto dell'immenso lavoro televisivo che Sanipoli sviluppò fino agli Anni Settanta. E forse è lì, nei grandi racconti popolari del piccolo schermo (il cinema fu una parentesi poco significativa), il nucleo migliore della sua attività, la dimensione ideale alle sue qualità di attore severi e misurato, capace di comunicare emozione e odio con una sola occhiata. Altri tempi. (o. g.] Vittorio Sanipoli

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