Entrò una donna aveva una pistola

Entrò una donna aveva una pistola sabotaggio olimpico ii giallo di Montalbàn per La Stampa I Entrò una donna aveva una pistola L BARONE de Couberlin credeva che l'educazione mutasse il comportamento e che potesse di conseguenza rigenerarlo. La rivoluzione industriale aveva causato uno spostamento di lavoratori dalla campagna alla città e l'esercizio fisico condizionato dalle regole del braccio di ferro contro la natura era penetrato di forza nelle sordide navate delle fabbrichi- a predeterminare la programmazione del lavoro industriale. Inoltre, la nuova classe operaia viveva accatastata, nei quartieri che avanzavano alla borghesia e all'aristocrazia e non era in buona salute, per via delle condizioni igieniche. Curiosamente, i benefattori dei XIX secolo inventarono lo sport sociale affinché gli schiavi dell'industria fossero meno infelici e le gare sportive tra Stati diversi per dimostrare che. di fatto, la pace ò il prolungamento della guerra e richiede insistenza nell'allenamento per il futuro successo bellico. Una maggioranza sociale ben allenala produce meglio e uccide meglio nel caso si abbia la guerra inevitabile. E' falso che il barone de Coubertin fosse un pacifista. Era un imperialista francese, che avallava l'espansionismo militare francese contro quello britannico e la fisima del pacifismo gli venne con l'età, così come i buoni sentimenti sono di solito conseguenza dell'impossibilità fisica e mentale ad avere cattivi sentimenti. A tutto ciò pensava Carvalho nel contrapporre all'ohmpismo presunto idealista di de Coubertin quello mercantile di Samaranch e dei suoi ragazzi, disposti a inserire tra gli sport olimpici il poker sempre che gli si trovasse uno sponsor adegua I lo. Chi poteva avere ideato il cabotaggio? Ai tempi di de Ccubertin avrebbe potuto farlo uno sportivo indispettito costretto a dimostrare il proprio idealismo oppure una potenza impegnata a far fallire l'organizzazione dello Stato promotore dei Giochi. Ma nell'età di Samaranch era molto più plausibile che il sabotaggio fosse opera di una cospirazione terroristica o del malumore di uno sponsor adirato. L'inventario dei sabotaggi portava alla casuistica. Il caso del record contro natura di Ben Johnson era dovuto alla tensione psicosomatica dopo lo scandalo di Seul che l'atleta aveva sublimato con uno sforzo so- , vrumano, anche se il papa di Roma, non ancora del tutto ripreso dall'intervento al suo tumore, cercò di portare l'acqua al suo Giordano e assicurò di aver pregato molto per Johnson affinché Dio esercitasse il dono della remissione dei peccati attraverso l'atleta traviato sebbene nella nuova edizione del ca- I techismo apostolico romano il doping non venisse menzionato tra i peccati. Nemmeno tra quelli veniali. La truffa dei falsi atleti neri era conseguenza della corruzione culturale tesa al raggiungimento del successo ad ogni co- ; sto e alla ricerca dell'evidenza che il contenitore condiziona il contenuto. Più convenzionai mente criminali erano le scomparse dei sindaci socialisti, del la suora di Orihuela, di un diri gente del Real Madrid, di un corruttori; di minorenni sfortunato e di Bernard Henri-Lévy travestito da camionista della Cgt. quasi appena arrivato da Sarajevo dove si era presentato come «bonsai» di Malraux, insieme a Mitterrand, sorprendentemente trasformato in «bonsai» di De Gaulle. Per fortuna i mezzi di comunicazione locali ubbidivano alla consegna del Ciò e del governo spagnolo, che ordinava di divulgare sol- tanto verità necessarie alla modernizzazione della Spagna e del successo dei Giochi olimpici e le verità destabilizzanti, volontarie o no, erano note soltanto a un groppo ristretto di persone. Se il sabotaggio era dovuto a una cospirazione, i congiurati avevano interesse a farlo conoscere O si limitavano forse a lanciare avvertimenti tangenziali, allo scopo di esaurire la pazienza del Ciò? Gli avevano raccontato l'intera verità 0'esistevano già dei contatti tra sabotatori e responsabili dei Giochi per pagare il ricatto? Se cosi stavano le cose perché si erano rivolti a Carvalho con un sistema tanto spiccio? L'investigatore aveva ottenuto un pass per circolare liberamente in lungo e in largo per tutti gli impianti dei Giochi come se si fosse trai tato dello Spirito Santo di Olim¬ pia. Cacciò il naso a sufficienza nei ristoranti per atleti e informatori da capire che le Olimpiadi non stavano aggiungendo nulla all'emancipazione del palato umano; interrogò a fondo alcuni insigni partecipanti per accertare se ci fossero degli sponsor particolarmente indignati e con intermediari di fiducia nei Giochi. Carvalho si infiltrò assai particolarmente tra i partecipanti islamici, nel caso il sabotaggio fosse una rivincita delle religioni del Sud contro quelle del Nord, arrivò addirittura a proporsi il «cherchcz la femme...», un luogo comune non meno sconsigliabile di quello che imputi i delitti dei romanzi gialli in cui appaiono prati e stanze chiuse a dei vagabondi, in genere stranieri, alla maniera dei romanci gialli inglesi prima di Agatha Christie, vale a dire preconciliari. Ci troviamo davanti a fenomeni inutili come il record di Johnson che non conducono a niente... le scomparse... ecco il nocciolo del problema. Nonostante tutti i disastri della ragione dalla restaurazione francese dei 1815 sino all'ascesa al potere di Walesa in Polonia, Carvalho agiva di tanto in tanto da razionalista. Si era cucinato una pentolata di fagioli aromatizzati seguiti da un confi! d'oie e si era acceso un piccolo falò nel camino, piccolo per via del caldo soffocante di quel luglio barcellonese e umido. Aveva iniziato il fuoco con un libriccino di informazione olimpica di Andreu Mercé Varela «Da Olimpia a Monaco», sufficiente per un falò tanto inopportuno quanto rituale. Mentre osservava e desiderava l'estinzione delle fiamme, qualcuno bussò alla porta. Dalla finestra della camera del suo villino a Vallvidrera, Carvalho scorse alla porta una figura genericamente ambigua sottolineata dall'indumento che la ricopriva. Un impermeabile? Se io accendo il camino a luglio, perché un adoratore dell'impermeabile dovrebbe rinunciare al suo indumento preferito? Carvalho premette l'interruttore del citofono che apriva automatica mente la porta, controllò che la pistola fosse carica e sedette sul sofà davanti alla soglia dove da un momento all'altro sarebbe apparso il tanto ambiguo visitatore. Non tardò ad aprirsi la porta egli stipiti racchiudevano a malapena la percezione bidimensionale di quel corpaccione imbottito in un leggero impermeabile di seta. Dal volto in penombra tra i risvolti dell'impermeabile uscì una voce da Marlene Dietrich rincarata dalla menopausa. — Pepe Carvalho? — Forse. Fece un passo avanti. Era una donna fisicamente così poderosa da sembrare un pugile omosessuale. Teneva inoltre una pistola in mano. — E questo fuoco? L'intrusa indicò il camino. Dal mio piccolo regno fortuna to mi è rimasta quest'usanza di calore e un 'impossibile propensione al mito. Manuel Vézquez Montalbàn 13. continua) traduzione di Hado Lyria Copyright "La Stampa- Pepe la guardò: era poderosa come un pugile gay, aveva la voce di Marlene Dietrich 17 xi [ijyU'M L'investigatore privato Pepe Carvalho deve scoprire chi K>icotta i giochi olimpici. Strane cose accadono infatti a Barcellona kJ2: Ben Johnson vince i cento in 6" e ». il -10 per cento degli atleti neri sono in realtà bianchi, tra i tedofori si registrano misteriose scomparse, compresa quella di Bernard1 lenry Lévy, che correva travestito da camionista della Cgt. 3' PUNTATA

Luoghi citati: Barcellona, Madrid, Monaco, Polonia, Roma, Sarajevo, Spagna