Voti fasulli e bustarelle in cella politico siciliano

Voti fasulli e bustarelle in cella politico siciliano Su Vincenzo Leone, deputato regionale ed ex assessore psi, indagava il giudice Borsellino Voti fasulli e bustarelle in cella politico siciliano TRAPANI NOSTRO SERVIZIO E' stato arrestato dai carabinieri ieri mattina nel suo alloggio a Casteivetrano il deputato regionale del psi Vincenzo Leone, 46 anni. L'inchiesta a suo carico era stata avviata da Paolo Borsellino su un doppio binario: abuso in atti d'ufficio per un fiume di finanziamenti a cooperative giovanili per decine di miliardi e compravendita di voti nell'ultima campagna elettorale, quando Leone fu rieletto nel collegio di Trapani all'assemblea regionale. L'arresto è stato ordinato dal giudice per le indagini preliminari di Palermo Antonio Grispina in relazione al primo troncone dell'inchiesta. Proseguono gli accertamenti per lo scandalo dei voti, secondo l'accusa acquistati a suon di milioni. Il «caso» era nell'aria da quasi un anno e con Leone, fino al mese scorso potente assessore regionale alla Presidenza, sono stati arrestati il suo consulente legale, l'avvocato Giacomo Hopps, e l'ex consigliere comunale socialista di Casteivetrano Rosario Allegro, uno dei principali collaboratori dell'espónente politico. I due sono stati ammanettati dalla Guardia di Finanza, che a Palermo ha bloccato poco dopo anche il funzionario regionale Vincenzo Conigliaro che da anni fa parte del comitato di controllo sulla legittimità del¬ l'affidamento di fondi alle cooperative costituite da giovani che offrono alla Regione a volte i più «strani servizi». Quando era procuratore della Repubblica a Marsala, Borsellino aveva raccolto una serie di pesanti indizi su Leone, ex sindaco di Casteivetrano, considerato uno degli «astri nascenti» del psi nc'la provincia di Trapani. Borsellino aveva poi incaricato di coordinare i passaggi successivi dell'indagine il sostituto procuratore Antonio Ingroia che aveva ricevuto un rapporto prezioso da un funzionano regionale, entrato in rotta di collisione con l'allora assessore alla Presidenza, l'architetto Massimo Finocchiaro. Addetto all'istruzione delle pratiche per le cooperative, Finocchiaro eccepì irregolarità nelle pratiche su sedici cooperative finanziate con decreti firmati da Leone e - a quanto pare - tutte attive nella provincia di Trapani, il collegio elettorale dell'assessore. Il quale, durante la sua gestione, avrebbe ammesso a contributi o a totale finanziamento 162 progetti, 54 dei quali nel Trapanese. In totale Leone ha erogato 380 miliardi in circa un anno e mezzo, e una quota consistente sarebbe stata riservata appunto alla provincia di Trapani. L'architetto Finocchiaro aveva anche segnalato un tentativo di corruzione nei suoi confronti da parte di Rosario Allegro. Questi, per conto dell'assessore, gli avrebbe offerto due incarichi «esterni» all'amministrazione grazie ai quali avrebbe potuto guadagnare 100 milioni. Rifiuto del funzionario e suo trasferimento ad altro ufficio. Quindi la guerra aperta e il ricorso anche alla carta bollata da parte di Finocchiaro. Ieri, dopo gli arresti, il presidente della Regione, Giuseppe Campione, de, si è affrettato a ricordare che il codice di autodisciplina varato dai gruppi parlamentari all'Assemblea siciliana prevede l'autosospensione dei deputati accusati di associazione mafiosa ovvero di reati contro la pubblica amministrazione. Come dire che il presidente Campione auspica che ciò accada per Leone. E Gaspare Nuccio, deputato della Rete, ha chiesto la «destituzione di uomini come Leone e di quei politici inquisiti per reati gravissimi che ancora oggi siedono nei consigli comunali siciliani e nel Parlamento regionale e nazionale». L'incriminazione di Leone già nei mesi scorsi aveva fatto traballare il governo regionale, poi costretto dalla «questione morale» a dimettersi il 27 aprile in seguito all'azione penale nei confronti di un altro assessore socialista, Salvatore Leanza, accusato di aver distribuito incarichi e prebende. Antonio Ravida Gherardo Colombo e Gianstefano Frigerio (sopra)

Luoghi citati: Borsellino, Marsala, Palermo