LA SFIDA IL TROFEO E L'INCUBO
LA SFIDA IL TROFEO E L'INCUBO LA SFIDA IL TROFEO E L'INCUBO UN anno e mezzo dopo la guerra del Golfo, Saddam Hussein dice che «la madre di tutte le battaglie», come lui definì la sfida irachena alla comunità internazionale, non e ancora conclusa. Contemporaneamente, il suo ambasciatore ali'Onu stipula un compromesso, circa l'osservanza delle clausole del ccssate-ilfuoco, che dovrebbe essere, in realtà, totale e assoluta. E' un passo verso una soluzione della crisi oppure siamo a una nuova puntata di quelle strategia irachena che James fìaker ha definito «Chcat and Retrcat», inganna e nasconditi? L'Iraq di Saddam doveva esI sere il massimo trofeo della ' presidenza di Bush, e la chiave | praticamente sicura per un secondo mandato. Invece si è trasformato in un incubo politico, quando i consensi interni sono scesi al minimo storico, dopo essere stati alle stelle con la vittoria del '91. infatti, qualunque decisione prenda contro il suo irriducibile nemico, Bush si assume gravissimi rischi. Se si acconcia a un accordo che non sia limpidissimo e rigorosamente osservato, che cioè non significhi l'obbedienza senza condizioni di Baghdad alle risoluzioni dell'Onu, rinuncia di fatto al suo unico, grande successo: la guerra del Golfo. Saddam e sempre lì, nel suo bunker, con i suoi vecchi trucchi: questo penserebbero gli elettori. Se, d'altra parte, passa all'azione militare, Bush deve risolvere una serie impressionante di problemi: 1 ) convincere gli americani, e l'opinione pubblica internazionale, che non lo ha fatto per un calcolo di sopravvivenza personale; 2) colpire gli obiettivi senza coinvolgere, più di quanto non sia inevitabile, AMo Rizzo CONTINUA A PAG. 5 SETTIMA COLONNA
Persone citate: Bush, Saddam Hussein
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