Olimpiadi, via allo show più grande di Gian Paolo Ormezzano

Olimpiadi, via allo show più grande re di Spagna Juan Carlos ha aperto ieri sera i venticinquesimi Giochi dell'Era moderna Olimpiadi, via allo show più grande pastosa cerimonia: e l'arciere ha acceso la fiamma BARCELLONA. Forse la cerimonidnaugurale dei Giochi olimpi^ tenuta ieri sera nello stadio de) Montjuich, ha messo un putti fermo e inche infermo a tato show olimpico, cominciatoalla grandissima con Mosca 190 e finito ieri, dopo lunga f ; Iriosa malattia. 11 calore urna niscarso di uno show grandioso c ni peccabile deve avere fatto pilsarc - lo speriamo, almeno eli l'opulenza si è avvitata tutta si si ■ stessa, e che è l'ora di fare qOlcosa di nuovo, di diverso, m ;ari di più intelligente. oh sappiamo se Atlanta M 6, già annunciamosi come ai .-ricali dream tradotto in si w, potrà farcela, sappiamo ci lo scorso febbraio Albertville 1992, Giochi invernali, ha si ;orito la via di un'inaugurazi te affascinante, tenera. essuna accusa agli organizzi iri spagnoli anzi catalani. I*i Labilmente era impossibile là meglio, cosi come un treno un può andare più velocemente ditome va su certi binari. Ma in miche eravamo alla seconda visite dello show, dopo la prova gujerale di giovedì, è venuta ad ui certo punto una forte voglia di edere quello stadio sgombera i di ballerine e ballerini, qi Ile gradinate liberate da canta :i e contatrici, per fare posto al sport e ai suoi spettatori. orse quattro Olimpiadi estivi di seguito all'insegna dello sp itacolo a tutti i costi, a tutti i pr '.zi, hanno colmato una certa ni ura. Lo show sicuramente ce lisce chi lo vede per la prima vi a, o chi lo cuce addosso alla pi pria città, al proprio paese. M già per chi aveva visto Seul 1: 8, Barcellona 1992 (tre ore di si w) e forse parsa una cosa qi si sempre simile a quella là, pi che ormai le regole dello si; w, comandate per di più dalla! elcvisionc avvolgente ma aneli i appiattente, sono le stesse, e la lascila del mare Mediterran< i, officiata ieri, è ballata, suoni a, cantata come la rappresi lazione di un'antica leggeda si coreana. E' difficile, vogliala dire, fare il nuovo quando si ò ondizionati dagli stessi mi11. di di persone {tre e mezzo, dicci o, gli spettatori per ieri sera), e : uando la televisione comandi almeno per certe sue cose, un i scelta di gusto più universale: perciò owiapossibile. : stendiamoci, tutto ò andato br|c, il cast era ottimo e abbondate, con Monsterrat Caballé e Ji il Carreras, Placido Domingo e Ifredo Kraus, Agnes Baltsa e M :is Teodorakis che l'ha diretta B Cecilia Hoyos gran ballerini; di flamenco, e altri e altre. Con danzatori attenti, danzatatrici attente e belle. Con coreografie assortite, compresi anche richiami a Picasso, a Mirò, a Dalì, a Gaudi il grande architetto catalano. Tutto bene, ma tutto già visto a Mosca 1980, a Los Angeles 1984, a Seul 1988.. Di assolutamente nuovo, qui, le top model, di cui comunque, in una inaugurazione olimpica, non si sentiva la mancanza, anche se Claudia Schifici- è sempre un gran bel vedere. E una voglia sempre più grande di atleti. E allora ci si è fermati molto sul recuperando show olimpico vero e proprio. Non tanto la sfilata di 173 Paesi, con la solita cariare degli italiani ineleganti anche se vestiti benissimo (e un cartello misterioso, pure), con il rituale atleta a torso nudo, gli applausi previsti a bosniaci e croati, i fischi agli iracheni, gli applausi agli spagnoli che magari non vinceranno niente, Non tanto quello, quanto l'interpretazione appassionante delle nuove etnie, dei rapporti fra atleti in sfilata e loro capi in tribuna (t'idei Castro come un nonno severo dei cubani, Menem come un fratello allegrone degli argentini: e ce n'erano altri ventuno): perchè questo l'Olimpiade permette di concentrare nei tutto sommato pochi metri quadrati di uno stadio. E ieri sera c'è stata più rappresentazione seria del problema castigliano-catalano che in mille inchieste televisive e articoli di giornale. Con Samaranch presidente del Ciò che ha alternato le due lingue, con il re di Spagna che ha salutato in catalano e aperto i Giochi in castellano, con l'inno spagnolo applaudito dopo alcuni sibili. E con l'Olimpiade che è tornata con l'arrivo della fiaccola nello stadio, portata da Menendez canoista madrileno, consegnata a Epifanio cestista barcellonese che ha messo il fuoco sulla punta delle freccia scagliata dall'arciere Rebollo, poliomielitico, appena dietro al tripode, comunque nella zona buona, per l'alone di gas, a fare accendere la grande fiamma. Ma questo è già in qualche modo sport, come il giuramento, per tutti gli atleti, di Doraste velista medaglia d'oro spagnola, l'unica, a Seul. Come la grande bandiera del Ciò che ha coperto gli atleti, prima che sgombrassero, per andare a dormire in vista delle fatiche che li attendono. E nello stadio è poi arrivato altro show, con altri cantanti e acrobati, ma ormai noi eravamo andati dentro l'Olimpiade. Gian Paolo Ormezzano Tre momenti della Cerimonia d'apertura dei Giochi: in alto Giuseppe Abbagnale alfiere della rappresentativa italiana sfila alla testa della nostra delegazione: qui sopra il pittoresco abbigliamento dei samoani e nella foto a destra il goliardico comportamento di alcuni atleti azzurri che mostrano un curioso cartello

Luoghi citati: Atlanta, Barcellona, Los Angeles, Mosca, Spagna