Melato tre volte star di Osvaldo Guerrieri

Melato tre volte star A Verona «La bisbetica domata» con la regia di Sciaccaluga Melato tre volte star In splendida coppia con Branciaroli per uno spettacolo molto applaudito VERONA DAL NOSTRO INVIATO Che bfil colpo d'occhio offriva l'altra sera I immensa cavea del Teatro Romano. Cosi gremita s'è vista di rado. Spettatori in ogni angolo, persino accatastati a grappolo, attenti, plaudenti, tutti lì per Mariangela Melato e per Franco Branciaroli. protagonisti di una delle commedie più popolari e meno riuscite di Shakespeare, «La bisbetica domata»., prodotta dall'Eliseo di Roma e dagli Incamminati di Milano in collaborazione con l'Estate Teatrale Veronese. Non c'è da scandalizzarsi se il divi sino agisce sul pubblico con una malia irresistibile. E' sempre; stato cosi, ne si capisco perche non debba essere cosi. In questo caso il richiamo divistico era alla massima espressione, con una Melato che ha saputo conquistare le platee mediante la passionalità e l'autorità delle sue eroine tragiche, con un Branciaroli che, eclettico e «contemporaneo», viene considerato il miglior attore della sua generazione. L'ideale sarebbe se, oltre al divismo, la memoria dello spettatore registrasse altre e più profonde ragioni artistiche. In questa «Bisbetica» la regia di Marco Sciaccaluga (che ha utilizzato la traduzione di Masolino d'Amicol ha cercato di annodare fili trascurati, o addirittu ra impensati, relativi alla struttura della commedia e ai personaggi femminili. E' superfluo ricordare nei dettagli la vicenda della «Bisbetica». E' notissima la storia della riottosa, spinosa Caterina che viene domata da Petruccio con una durezza travestita di dolcezza. E' stata po ' poi a rissima prima e dopo Shakespeare, con varianti e ag- ■ giunte. In una di queste, diffusa alla fine del '600. Petruccio co- i stringeva Caterina a fumare la pipa, cercava d: cavarle un den- , te sano, fingeva che fosse morta | e le ordinava un funerale. Sciaccaluga non si prende grandi licenze. Ricupera il trascuratissimo prologo del calderaio Sly che assiste ad una recita della «Bisbetica» dopo essere stato trasportato, ubriaco, in un castello. Qui Sly non viene rapilo da nessuno: sopraffatto dal vino, s'addormenta su una balla di fieno e sogna se stesso 1 alle prese con una Caterina da ammansire. Licenza veniale. Sembra che neppure Shakespeare osservasse grande fedeltà alla commedia. Ne era ! così poco innamoralo da «dimenticare» di concluderla con i un epilogo. La grande licenza (ma esiste il precedente della farsa cinematografica che Lubitsch girò negli Anni 201 consiste nel far inter- , pretare alla Melato tre personali: Caterina, ben inteso, sua sorella Bianca e la moglie di Sly. ; Si può discutere a lungo sulla soluzione; volendo, si potrebbe 1 anche cavillarne la legittimità, i Fra i motivi della scelta non va ■ sottovalutata l'esiguità della I parte della bisbetica che, pur ri| chiamata dal titolo, non e la I protagonista della commedia, ; protagonista è Petruccio, protagonista è il suo «machismo» de- ■ bordante, vociante, volgare, al quale, qualche anno fa, è stata ! persino contrapposta un'ombra ! di femminismo. La Melato dunque si fa in tre per uno spettacolo che non va i molto al di la della gradevolezi za. Nella scena illustrativa di i Hayden Griffin (un gruppo di case rosate con torre, cortile altana) le tre vicende parallele della «Bisbetica» si annodano , l'un l'altra con un ritmo a volte I svagalo, rinconendo un gioco drammaturgico che s'impenna con Branciaroli e con la Melato. Lei, vestita con gli eleganti costumi di Carlo Diappi, alcuni dei quali tirano sorprendentemente al viola, passa con disinj voltura e con meraviglioso fre| eolismo da un personaggio alI l'altro, da un abito all'altro. Strepita come un'ossessa, pri- ma di addolcirsi e di annullarsi ! nellai mansuetudine. Se la Mela| to s'impegna, Branciaroli si diverte. Parla in libertà, si concede i vizi e le sparale del «vilain», si esprime con le parole, i ceffoni e le pedate. Una coppia superba. Le fanno da sbiadita cornice Camillo Milli. Valerio Bina sco, Giuseppe Fortis, Orietta Notari e tutti gli altri. Un successo? Quasi un delirio. Osvaldo Guerrieri Mariangela Melato e Franco Branciaroli protagonisti de «La bisbetica domata» in scena a Verona al Teatro Romano gremito di una folla attenta Il nome e la bravura dei due attori hanno catturato il pubblico

Luoghi citati: Amicol, Milano, Roma, Verona