«I soldati proteggeranno la gente»

«I soldati proteggeranno la gente» I settemila militari potranno perquisire, fare posti di blocco, rastrellamenti e arresti «I soldati proteggeranno la gente» Amato: adesso la vita in Sicilia sarà più sicura ROMA. L operazione «Esercito in Sicilia» è partila. Due acrei CI30 e due G222 hanno già scaricato sull'isola 800 militari, altri 0200 ne arriveranno da oggi al 7 agosto. Sommila militar, per recuperare il controllo del terri torio nell'isola della mafia, ma non faranno solo pattugliamenti e posti di blocco, potranno con troll a re persone, compiere perquisizioni, fermare uomini e sequestrare mezzi di trasporto, armi, esplosivi. Andranno mille paracadutisti della Folgore prelevati a Livorno, 2000 uomini della brigata Friuli di stanza a Bologna, 2000 della Julia presi ad Udine e 2000 della brigata Aosta di stanza a Messina. Insomma in Sicilia sbarca un'altra forza di polizia per tentare di debellare Cosa Nostra. «Sull'isola - spiega il presidente del Consiglio Amato - mettendo insieme carabinieri, guardia di finanza e agenti di pubblica sicurezza, raggiungiamo oggi un totale di venticinquemila uomi ni. Coi settemila che vengono dall'Esercito e che sono assoggettati alle stesse regole delle forze dell'ordine, saremo in grado di fare ciò che oggi non possiamo fare: dire alla gente che la loro vita è più sicura». Il Consiglio dei ministri straordinario convocato per ieri mattina ha impiegato poco più di un'ora per approvare il decrcto-lcggc che ha reso possibile l'avvio dell'operazione. Quattro articoli che definiscono distribuzione di competenze e ruoli tempi dell'intervento, possibilità di spesa, nuove regole per aumentare il numero dei militari volontari da mettere in campo contro le cosche. I prefetti delle province di Palermo e Catania avranno a disposizione nel giro di pochi giorni, settimila soldati che agiranno - recita il decreto «con le funzioni di agenti di pubblica sicurezza, e potranno procedere all'identificazione e all'immediata perquisizione sul posto di persone e mezzi di trasporto, anche al fine di prevenire o impedire comportamenti che possono mettere in pericolo l'incolumità di persone o la sicurezza dei luoghi o delle infrastrutture vigilate». Saranno volontari e militari di leva gli uomini mossi in campo contro la mafia, e potranno lavorare a disposizione dei prefetti fino alla fine dell'anno. Il 31 dicembre 1992, se necessario, si potrà allungare l'operazione «Esercito in Sicilia» di altri sei mesi. Il governo potrà anche decidere, in seguito, di schierare le Forze Armate pure in altre province delle regioni a rischio, in primo luogo Calabria e Campania dove la legge della criminalità organizzata appare più forte di quella dello Stato. Per reclutare quanti più volontari possibile, un articolo del decreto prevede la possibilità di allungare la ferma volontaria da tre a cinque anni. «E' partito l'attacco dello Stato - spiega il ministro della Giustizia Martelli -, non si tratta solo di una risposta muscolare o spettacolare. L'esercito non avrà solo il compito di difendere obiettivi sensibili come carceri. palazzi di giustizia, viadotti, porti e aeroporti. Le Forze Armate parteciperanno alle perquisizioni alla ricerca di latitanti ma anche di persone sospette, di armi ed esplosivi». Non ci sono stati particolari problemi per l'approvazione del decreto-legge, dopo che per un giorno e mezzo i tecnici dei ministeri interessati hanno lavorato per mettere a punto il provvedimento. Si è discusso dell'addestramento di chi verrà inviato in Sicilia, per problemi di sicurezza verso gii stessi soldati e verso la popolazione civile. Alla fine s'è fra i tlinvani popolazione civile. Alla fine s'è deciso di utilizzare, fra i giovani di leva, solo coloro che hanno già prestato servizio per almeno sei mesi. Sui giovani di leva, ha ribadito il ministro della Difesa Andò, bisognerà comunque far conto perché non ci saranno volontari a sufficienza. Qualche perplessità sull'operazione ha manifestato il ministro dei Beni culturali Alberto Ronchey. proccupato che l'invio dell'esercito si potesse risolvere in una manifestazione di pura facciata. Alle sue obiezioni c'è stata la risposta dei colleghi interessati pronti a sostenere che a questo intervento di emergenza ne seguiranno altri più strutturali sul versante socio-economico e del coordi r-a ncnto delle forze investigative. Sull'impiego antimafia dei servizi segreti - di cui ha chiesto notizie il ministro del Commercio estero Vitalone è '-tato manifestato un certo scetticismo mentre il ministro dell'Interno Mancino ha confermato che il prefetto di Palermo Mario Jovine per ora rimarrà al suo posto. Era stato il ministro per le politiche comunitarie Costa a sostenere che non si può tenere a «bagno maria», con voci Suotidiane sulla sua prossima osti lozione, una carica cosi importante in questo momento. Ma un suo eventuale spostamento ci sarà solo contemporaneamente ad altri, non ancora decisi. Giovanni Bianconi Resteranno fino a dicembre ma l'operazione voluta dal governo verrà forse prorogata per altri dodici mesi jBXBSBBSBBBBÈL* ^ÈStt^^ I I ministri Martelli. Andò e Mancino spiegano i dettagli della missione in Sicilia dell'esercito

Persone citate: Alberto Ronchey, Giovanni Bianconi, Mancino, Mario Jovine, Vitalone