Becker: meglio l'atmosfera che l'oro

Becker: meglio l'atmosfera che l'oro TINNII I professionisti delia racchetta tornano dilettanti per disputare un torneo che vale una prova miliardaria del Grande Slam Becker: meglio l'atmosfera che l'oro Ma la sua frase scatena polemiche nel clan tedesco BARCELLONA DAL NOSTRO INVIATO Forse aveva ragione Boris Becker, che di solito sa trattare certi argomenti con l'abilità che usa nel maneggiare la racchetta, il ferro (dorato) del mestiere. Becker ha detto in maniera molto semplice e sincera di preferire, Kr quanto riguarda i Giochi, tmosfera alla gloria, cioè la partecipazione alla vittoria. Insomma è meglio bere un caffè con Cari Lewis, chiacchierando amabilmente, piuttosto che dare l'anima per salire sul podio. Naturalmente Boris parlava per paradosso, giusto per spiegare al mondo cosa significa per uno come lui lo spirito olimpico, ma qualcuno nel clan tedesco ha preso alla lettera la dichiarazione e ha accusato l'occasionale compagno di ventura di oltraggio alla miseria, se cosi possiamo dire, di snobismo e anche peggio: ma come osa quel riccone viziato spiegare a noi poveretti che sudiamo per il pane come va affrontata un'Olimpiade? La posizione è certo diffìcile da sostenere, se andiamo a fare i conti in tasca a Becker e poi confrontiamo le cifre con quelle, mettiamo, di un teutonico sollevatore di pesi. Ma dilatando il paradosso e osservando la realtà con occhi e mente liberi da pregiudizio, possiamo notare come Becker, in fondo, abbia colto nel segno: i veri dilettanti, qui a Barcellona, sono proprio i professionisti. Pensateci bene. Courier Becker, Edberg, Sampras, Stich, tanto per restare al tennis e per citare qualche nome, hanno i quattrini che gli escono dallu orecchie. E potrebbero ingrassare il loro conto in banca partecipando ai ricchi tornei in giro per il mondo invece di venire qui a Barcellona a giocare per la patria e per la gloria, con tutto da perdere e niente da guadagnare, se non, è ovvio, il sogno di una medaglia che resterà per sempre nel loro cuore. Crediamo che il Barone De Coubertin, quando pensava allo spirito olimpico, pensava esattamente a questo. Perché dunque attaccare Becker, accusarlo di eresia quando lui, il tedesco, non ha fatto altro che esprimere il senso originario della grande festa di sport? La verità, anzi l'altro volto della verità, è che a Becker e ai suoi colleghi tennisti va benone cosi. Loro stanno chiusi per quattro anni nella loro gabbia dorata, con la racchetta pianta¬ ta nella testa, pensano solo al tennis e giocano solo t .ennis. Guadagnano miliardi ma ogni giorno perdono il contatto con gli amici, con la realtà quotidiana. Ed è naturale che ogni tanto, specie quelli dotati di maggior sensibilità, sentano la necessità di un bel tuffo purificatore. L'Olimpiade, appunto, che oltre a una grande festa di sport è anche un nobile bagno di umanità. Becker vuole vivere l'atmosfera del villaggio e bere un caffè con Lewis, anche a nome degli altri, proprio per sentirsi uno dei tanti, capace anche solo di partecipare, non un campione condannato per sempre alla vittoria. L'idea di battersi per una bandiera, come capita per la Coppa Davis, è comunque forte, quasi come l'esigenza di vivere per due settimane un'esperienza rara e forse irripetibile. Per questo il tabellone, specie quello maschile, è denso e ricco malgrado le carenze di un regolamento che hanno fissato l'entry list agli inizi di febbraio, troppo presto per dare un reale, attuale quadro della situazione. Per esèmpio non c'è Andre Agassi, il vin- ritore di Wimbledon, e nemmeno Carles Costa. Qualcuno ha avanzato una proposta che ci sembra stimolante: perché non trasformare il torneo olimpico nella quinta prova del Grande Slam? Senza i 600 milioni al vincitore, è naturale, ma con i punti che valgono per la classifica e con un mecca- nismo di partecipazione più razionale. Forse Becker, così, non avrebbe dubbi ad ammettere che viene anche per vincere. E i suoi compagni di bandiera non avrebbero motivo di sentirsi umiliati e offesi. Carlo Coscia i m I tedesco Boris Becker (a sinistra) e l'americano Rete Sampras (sopra) due fra i più noti e pagati campioni del tennis mondiale Becker ha dichiarato di preferire un caffè con Lewis a una medaglia

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