I GIOCHI PIU' GRANDI

I GIOCHI PIU' GRANDI Show, sport e affari I GIOCHI PIU' GRANDI • BARCELLONA cominciata ieri con il F A-J calcio, si inaugura oggi alle 20,30, vede le pnme vere grandi gare domani e finisce il 9 agosto l'Olimpiade numero 25 (22 disputate, 3 cancellate per guerre), 28 sport per 257 medaglie. La ospita Barcellona, che prima di averla ha mancato quattro candidature. Lo stadio massimo è quello del Montjuich (63.150 posti, molti «bagarinati»), ristrutturato dall'italiano Gregotti per 60 miliardi, roba che da noi non si ristrutturano manco i gabinetti di S. Siro. E' l'Olimpiade delle forti cifre, dovrebbe anche essere quella delle belle allegrie, in una città di sole e mare, di vita dolce e intanto attiva. Vi prendono parte 10 mila atleti, di cui 317 italiani (portabandiera Giuseppe Abbaglialo, già 2 ori olimpici e 7 mondiali, un mito anche statistico), programmati per una decina di medaglie d'oro. A Seul 1988 ne vinsero 6, più 4 d'argento e 4 di bronzo: il nostro sport lavora bene, funziona, ed è pure ricco. Possiamo avere fiducia, e dobbiamo intanto lottare contro quelli che in Italia esercitano, sull'Olimpiade e in genere sullo sport, entusiasmi e anche competenze altamente provvisori, pronti all'euforia celeste e alla critica luciferina. Partecipano atleti di 173 Paesi: rintracciata anche la Somalia, è pieno storico. Gran colpo di Sa maranch, spagnolo barcellonese, presidente del Ciò candidato alla rielezione trionfale, nonostante la concorrenza di Anna d'Inghilterra. La Bosnia Erzegovina è stata riconosciuta giovedì, al volo. Ma l'ex Jugoslavia non sfila, l'Onu non vuole: se un serbomontenegrino vince, non ha inno né bandiera. E' un'Olimpiade piena di «più»: la più ecumenica, la più costosa (oltre 10 mila miliardi di investimenti complessivi), la più intelligente come infrastrutture, visto che davvero Barcellona è stracambiata in meglio, la più pagata dalle tv 1750 miliardi), la più seguita dai telespettatori (stasera 3 miliardi e mezzo?), la più cara per i turisti. E' anche l'ultima a partecipazione decoubertiniana, i guitti accanto ai campioni: per Atlanta 1996 sono già previsti criteri severissimi di selezione. E' l'ultima dell'antidoping classico, prossimamente ci vorranno i controlli del sangue per capire se uno assume o no l'eritropoietina, che fa salire i globuli rossi, che non è prodotto criminale, e che qui è l'arma degli atleti ricchi (compresi i nostri). E' l'ultima della dominazione di uno sponsor, l'Adidas, attaccato dalla grande industria giapponese e statunitense, nonché da sue carie interne. E' l'ultima della tv senza alta definizione, lo spettacolo cambierà come qualità, come proposte. E' l'ultima dello sport sovietico in qualche modo compattato nella Csi o se preferite Eu (Comunità Stati Indipendenti o Equipe Unifiée). E' la prima dell'Est europeo senza socialismo reale, delle Repubbliche baltiche tornate dopo un sonno olimpico di oltre mezzo secolo, degli Stati nati dalla diaspora jugoslava. E' l'ultima Olimpiade per alcuni sport: fra due anni, a Parigi, 11 congresso del Ciò deciderà le mutilazioni del programma, per evitare elefantiasi ai Giochi, che la tv vuole serrati, intensi, appassionanti come un videogame: pugilato, pentathlon, ciclismo su pista, equitazione e non solo, rischiano molto, magari cercheranno mezzucci patetici per venir bene sul piccolo schermo. Però è arrivato nel programma il badminton, mistero. E' un'Olimpiade anche soffocante, con una stretta pitonesca di primati, grandiosità, novità. Il problema è di ricondurla all'uomo in brachette che corre e vince, come Corebo, prima medaglia d'oro 2768 anni fa e come, speriamo, Pincopallino che avrà 20 anni nel Duemila e vincerà ai Giochi di chissà quale città. Gian Paolo Orammo

Persone citate: Anna D'inghilterra, Gian Paolo, Gregotti, Show

Luoghi citati: Atlanta, Barcellona, Italia, Jugoslavia, Parigi, Somalia