Casa, è equo rebus

Casa, è equo rebus Casa, è equo rebus Sulla riforma degli affitti più problemi che soluzioni ROMA. Ogni anno si ripropone per proprietari e inquilini il rebus sull applicazione dell'equo canone. Ma stavolta non c'è da risolvere solo l'importo dell'aggiornamento Istai degli affìtti che scatterà dal 10 agosto. A complicare le cose è il recente provvedimento sulla manovra economica. L'articolo 11 del decreto legge n. 333 dell 11 luglio scorso stabilisce, infatti, eh? l'aggiornamento dell'indice Istat, limitato al 75%, non si applica più, cosi come le altre norme della legge sull'equo canone, né ai nuovi contratti di affìtto (stipulati o rinnovati dopo 1' 11 luglio) riguardanti case di nuova costruzione (cioè non ancora ultimate alla data dell'I 1 luglio!, né agli inquilini con un reddito familiare superiore ai 50 milioni nel 1991. In pratica, se il contratto è già scaduto o se deve essere firmato per la prima volta, il proprietario di casa può pretendere una pigione svincolata dall'equo canone se l'affittuario singolarmente o insieme al coniuge o ai figli ha denunciato al fìsco per il 91 più di 50 milioni. Questa disposizione sarà certamente modificata dal Parlamento anche perché di dubbia costituzionalità in quanto il «tetto» di 50 milioni discrimina gli inquilini favorendo gli evasori fiscali. Inoltre perche non stabilisce un parametro preciso con cui ricalcolare la nuova pigione. Ma, per il momento, il decreto Amato e in vigore e fino a quando non sarà modificato da Camera e Senato deve essùre applicato. Di qui la difficoltà per proprietari e in- quilini su come ci si debba regolare. Per quanto riguarda l'indice Istat, i dati del costo della vita di giugno, che serve appunto a base per l'adeguamento degli affìtti di case di abitazione più «vecchie» sono stati pubblicati sulla Gazzetta Ufficiale del 15 luglio. Ma sono di nuovo mancate direttive uniformi sull'esatta percentuale dell'aumento da applicare per i vecchi affìtti. Di conseguenza sono due le possibili soluzioni: il 4,77% (in linea con varie sentenze della Cassazione) o il 4,125% (come sostengono alcune associazioni di inquilini). Si tratta comunque di una differenza di lieve entità per cui è sempre consigliabile che le parti si mettano amichevolmente d'accordo. Per avere l'aumento il proprietario devo chiedere all'in¬ quilino entro il 31 luglio l'ammontare del nuovo canone aggiornato. Per la massa dei contratti di locazione, cioè quelli stipulati prima dell'agosto '78 e riguardanti unità immobiliari costruite prima del 31 dicembre '75, il canone aumenterà del 4,77365%. Lìstat ha, infatti, calcolato che tra il giugno '78 e il giugno '92 si è registrata una variazione del 258,4%, tenendo conto che è stato per legge «sterilizzato» l'incremento relativo al periodo giugno '83 - giugno '84. Poiché l'aggiornamento del canone deve essere per legge limitato al solo 75% della variazione, la percentuale applicabile corrisponde al 193,8% (pari al 75% di 258,4%). In pratica, se 14 anni fa un inquilino pagava 100 mila lire mensili, dal 1° agosto dovrà versare 293.800 lire, cioè 14.025 lue in più rispetto all'attuale fitto di 279.775 lue. Dal 1° agosto la pigione aumenterà cosi del 4,77%. Per gli inquilini che hanno preso in affitto una casa da pochi anni si applica, invece, il 4,125%. Per gli affìtti commerciali scatterà, infine, una rivalutazione su base biennale (giugno '90-'92) del 9,6%. Molte modifiche all'imposta patrimoniale e sulla previdenza A sinistra il ministro dei Lavori Pubblici Francesco Merloni In alto il ministro delle Finanze Giovanni Goria

Persone citate: Francesco Merloni, Giovanni Goria

Luoghi citati: Roma