Stavolta l'azzardo può premiare il Raiss di Igor Man

Stavolta l'azzardo può premiare il Raiss 1 r— DIARIO ARABO Stavolta l'azzardo può premiare il Raiss ON sarà certo un ultimatum delle Nazioni Unite a far cambiare idea a Saddam Hussein. Se il Raiss ha deciso veramente di impedire agli ispettori dcll'Onu di ficcare il naso negli uffici del ministero dell'Agricoltura, così sarà. Costi quel che costi. Se, invece, è tutta ammoina, come dicono a Napoli, all'ultimo momento egli lascerà agli ispettori la soddisfazione (magra) di sequestrare carte senza soverchia importanza. Poniamo che il Raiss faccia marcia indietro all'ultimo momento (è già accaduto): in tal caso non soltanto egli avrà risparmiato al suo popolo sventurato nuove, terribili ferite ma avrà compiuto <ed è quello che per Saddam conta) una grossa «operazione di immagine». Il fatto che in base a quelle «carte» si enfatizzi la sua pericolosità non può che giovare al leader iracheno, in risalita oramai da tempo. Grazie a re Hussein, l'Iraq ha ricevuto (e riceve) tutto il materiale necessario alla ricostruzione del Paese: Baghdad a un visitatore poco attento potrebbe apparire una città solo sfiorata dalla guerra. Qui va detto che gli iracheni son gente seria, al pari, del resto, dei siriani; i primi sono i tedeschi del m^ndo arabo, i secondi i piemontesi: gente che lavora, e bene. Di più: Damasco sta facendo gli occhi dolci a Baghdad. Accorto, astuto ma soprattutto intelligentemente machiavellico, Assad di Siria mette in conto una sua possibile emarginazione dall'incerto processo mediorientale di pace. Senza petrolio e snobbato, nei fatti, sia dall'Arabia Saudita che dagli Stati Uniti, il duce di Damasco accarezza un progetto invero folgorante: il riavvicinamento delle due ali del Baas (quella riformista di marca siriana, quella ortodossa di marca irachena - o viceversa) sotto cui i due eterni, feroci rivali Saddam e Assad -, potrebbero contrarre un matrimonio di convenienza. Un simile connubio avrebbe sul «Neue Ordnung» di Bush l'effetto di un siluro contro una giunca poiché un asse Damasco-Baghdad non sarebbe certo una buffonata. (Se la politica è l'arte del possibile, in Medio Oriente è il forcipe dell'impossibile). I Ma poniamo che Saddam si I ostini a bloccare gli ispettori dell'Olii'. In questo caso è probabile che Bush finisca col decidere l'attacco. Ebbene, un bombardamento, per forza di cose limitato, sull'Iraq rafforzerebbe l'immagine di un Saddam vittima dell'imperialismo, lui, l'unico leader arabo che anziché scappare abbia avuto il coraggio di addirittura sfidare gli infedeli. Il Raiss che proponendo, a suo tempo, la contestualità fra il ritiro dal Kuwait delle sue truppe e il ritiro dai territori occupati degli israeliani, ha rilanciato, e in termini ineludibili, la questione palestinese, midollo del contenzioso mediorientale. Non è tutto: atteso che Bush voglia correre il rischio d'esser tacciato di cinismo elettorale decidendo un bombardamento sui ponti, appena ricostruiti, di Baghdad, rimane da vedere quale "ritorno" potrebbe ricavarne il Presidente americano. Un "ritomo" modesto, a meno che non gli riesca di centrare l'obiettivo grosso. Cioè la caduta del dittatore assirobabilonese. Ma è anche vero che un bombardamento tanto ambizioso potrebbe rivelarsi un boomerang. Il povero Carter nonostante fosse già entrato nella storia per aver voluto e ottenuto la pace di Camp David, perse la Casa Bianca nel deserto di Tabas. L'operazione che avrebbe dovuto distruggere Khomeini fallì pateticamente: il "gufo di Nijavaran" acquistò prestigio immenso in tutto il mondo islamico, il generoso venditore di noccioline fece la fine (politica) che potrebbe, appunto, fare Bush se il bombardamento contro Saddam si rivelasse un petardo. Senza contare che nel mondo arabo un'azione militare contro l'Iraq avrebbe, in ogni caso, il potere di rafforzare gli integralisti, a tutto danno dei moderati che lavorano per la pace. «E chi se non uno stolto potrebbe schierarsi contro la nazione di Abramo?» (Corano: 11-130). Igor Man ±1

Persone citate: Assad, Bush, Khomeini, Saddam Hussein