Chiappucci deve fare l'lndurain

Chiappucci deve fare l'lndurain Al Tour scaramucce tra i due big, ma alla fine vince per distacco il francese Coletti Chiappucci deve fare l'lndurain l'azzurro annulla una strana fuga dello spagnolo ONTLUCON al nostro inviato Il campione del mondo Gianni Bugno, pentito dei propri peccati, dichiara: «L'hanno prossimo correrò il Giro d'Italia e il Tour. Ho capito che il Giro non jri può abbandonare». Perdoniamogli dunque la sconfitta francese e riassumiamolo subito tra i nostri beniamini. Chiappucci riceve offerte ricchissime dalla squadra spagnola Festina, ma a Carrera gli ricorda che il connato scade nel '93 e c'è anche un'opzione per il '94. | Da parte nostra, ci ricordiamo che ieri s'è svolta la 17* tappa, da La Bourboule a Montlu;on. Riferiamone. Nemmeno il passista crono lombre spagnolo è di legno, perciò può saltargli in mente di prendersi una straordinaria licenza. Miguel Indurain. il campione della difesa ad oltranza, macca. E quando, dove lo fa? All'inizio di una insignificante, pacifica tappa di pianura, che grazie all'eccezionale avvenimento smette di essere insignificante e pacifica. Al 27° chilometro l'australiano Neil Stephens avverte l'urgenza di tentare la fuga e si soddisfa. Egli è domiciliato nei quartieri più poveri della clas ifica, è un ospite inoffensivo ci Tour. Ma Indurain decide, jrovocando incredulità e sbaordimento, d'agganciarglisi al.a ruota. L'inedita coppia si avvantaggia di 20" e Chiappucci, riavutosi dalla sorpresa (l'attaccante sono io, mica Miguel), raduna la Carrera e apre una violentissima caccia. L'australiano Stephens si interroga: è davvero Indurain il corridore iene m'accompagna, o vanegio? Non riesce a convincersi, er l'emozione, non riesce eanche a pedalare. Lo stato onfusionale di Stephens favosce Chiappucci che piomba sui due, li supera e si ritrova solo al comando. E' appena il 46° chilometro, ne mancano 142 al traguardo i Indurain, visto Chiappucci in bicna attività offensiva, pensa: fan, meno male, posso anche oggi esercitare la mia professione di difensore della maglia gialla. Ecco che cosa cercava il navarro: provocare il contrattacco per difendersi contrattaccando a sua volta. Felicemente esegue e si porta dietro Colotti, Maassen e Sergeant. Chiappucci è agguantato. Siamo qui, Claudio, tutto bene? Chiappucci molla, e molla anche Miguel. Colotti, Sergeant e Maassen prendono indisturbati il largo. Fine del primo atto. Atto secondo. Il belga Ser- ?;eant, l'olandese Maassen e il rancese Colotti si separano dal resto della corsa del tempo necessario per fermarsi, volendo, a prendere un caffè. Ma, senza che se ne scopra il preciso movente, Sergeant a un certo punto interrompe i rapporti di collaborazione. Viene sollecitato ad insistere: nulla. Sopraggiunge l'auto ammiraglia della sua squadra, la Panasonic, e lo avverte: guarda che, se continui a fare il fesso, i ragazzi dietro si seccano, t'inseguono, t'acchiappano e stasera a casa sono dolori. Non vuole saperne. Maassen è sconsolato. Colotti ha un'idea (me ne vado!) e la attua. Fine dell'atto secondo. Atto terzo. Jean Claude Colotti ora è solo, sempre più solo fino all'arrivo. Taglia il traguardo esibendosi nell'imitazione di un corridore che delira. Staccato in classifica generale di 2 ore, 52 minuti e 30 secondi alla partenza, si riconosce nel pomeriggio del medesimo giorno più vicino alla maglia gialla di 16 minuti e 15 secondi. A 3*31" da Colotti si presentano Maassen e il reo di ignavia pedala tenia Sergeant. Quindi arrivano isolati Louviot e Nulens, seguiti da Lilholt. La volata del ?;ruppo non la vince il velocista rancese Jalabert. Lo battono in tre: Museeuw, Van Poppel e De Clercq, per il settimo posto. Poveri sprinter, che disgrazia è loro capitata in questo Tour. Dopo tutto, Cipollini ha fatto bene a tornarsene in Toscana: qui tra attacchi, contrattacchi e fughe, agli specialisti del rush non è restata che la speranza in un futuro migliore. Gianni Ranieri Il francese Colotti all'arrivo

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