Italia condannata all'oro, che guaio

Italia condannata all'oro, che guaio Il trionfo nell'Europeo Under 21 è diventato un pesante fardello per la squadra di Maldini Italia condannata all'oro, che guaio // et: se sbagliamo, diranno che siamo stati fortunati Domani si comincia, Vesordio è contro gli Stati Uniti BARCELLONA DAL NOSTROINVIATO La Fifa ha già Fatto i conti. Con la presenza ai Giochi '92 l'Italia del calcio raggiunge la Jugoslavia (stavolta assente per i noti motivi) a quota 11 nelle partecipazioni olimpiche. «Potete passare in testa la prossima volta - sortoli nea Guido Tognoni, capo ufficio stampa della federazione internazionale - ma intanto cominciate a vincere la seconda medaglia d'oro dopo quella del '36. E' passato già troppo tempo». Della stessa idea e il presidente Antonio Matarrcse, in arrivo oggi, col quale Cesare Maldini e in perenne conflitto ideologico. Una sfida dialettica, anche se nei confronti testa a tosta i rapporti sono meno tesi. Il et risponde a una domanda giornalistica: «Io sino a ieri ho sempre creduto che alle Olimpiadi fosse importante partecipare». Una battuta, è chiaro, con qualche sottinteso. C'è sempre qualche sbavatura a livello federale fra voglie, sogni e risultati. Il presidente aveva già eccepito sul gioco dell'Under 21, cresciuta nel tempo e adesso trapiantata a Barcellona con l'aggiunta di Ferrante, prima di dover applaudire il trionfo europeo. Cesare Maldini, la cui personalità è in continua e piacevole crescita, dice che avrebbe voluto godersi maggiormente la vittoria nel campionato d'Europa. «Ci sarebbe voluto un intervallo più lungo fra le due competizioni». Non va oltre, ma si capisce: se l'Italia non vince questa Olimpiade (che gli osservatori neutrali assegnano alla Spagna) nei ricordi di casa l'Europeo verrà cancellato in fretta. «E qualcuno dirà che per vincerlo abbiamo avuto fortuna», dice. L'atmosfera è questa, il addo e l'umidità non aiutano ad esse re sereni. E neppure l'avvio della macchina organizzativa. Al primo allenamento gli azzurri (colpa degli errori dell'autista) sono giunti in ritardo trovando un'altra squadra già in campo per l'allenamento. Tutto serve a complicare la vita di un gruppo. Oggi si torna, comunque, nel normale clima calcistico. Quello di una vigilia: allenamento di rifinitura, interviste, formazioni. Quella statunitense è nel vago, dal team arrivano notizie di infortuni ma soprattutto di timori. L'Olimpica non è la Nazionale maggioro, si vorrebbe pietà dagli azzurri. Maldini respinge queste trar-pole: «Guardiamo a casa nostra, )a squadra non segna molto ma prende anche pochi gol, questo è un bene. Non temo l'impatto con il Camp Nou. Solo l'entrare in questi grandi stadi ti carica. Speriamo ci sia gente, sarebbe importante». Dino Baggio e Albert ini, gli ultimi infortunati, stanno bene. 'Fardelli è raffreddato, ma non deve andare in campo. Dice Melli: «Spero di incontrare e conoscere i cestisti statunitensi e anche Cari Lewis. Ma non dovete pensare che io consideri la trasferta a Barcellona come una vacanza: siamo qui molto detcrminati, ci siamo presi una pausa dai pensieri del campionato, ma vogliamo arrivare fino in fondo. Siamo consci delle nostre responsabilità. Ma non sottovalutiamo nessuno, neppure gli Usa: corrono, sono in ascesa, bisognerà fare attenzione». Gli arbitri intanto hanno avuto ieri l'ultima rinfrescata sul nuovo regolamento, sulla limitazione del passaggio al portiere. Siamo alle ultime grandi manovre. Domani si parte. Tanto per dare una mano all'organizzazione che teme i vuoti negli stadi olimpici, il Barcellona porta qualche motivo di interesse locale. Il maggiore osservato fra gli olimpici da parte di Cruyff è il 19nne Ronnie Ekelund del Broendby, centrocampista dell'olimpica danese. Domenica a Saragozza per Danimarca-Messico il tecnico manderà l'osservatore Slot a controllare il ragazzo. E' già pronto il contratto per un'opzione, Ekelund potrebbe cominciare a giocare nella seconda squadra del Barcellona, che gioca in B. L'unico vantaggio che ha Ma' - dini è quello di poter mandare in campo i giocatori a mercato italiano (il grosso almeno) concluso. Anche per questo, forse, gli azzurri sono molto sereni. Tutti vorrebbero giocare, tutti (troppo buoni) sono pronti ad aspettare. Questo almeno dicono. Corini sa di essere ad una svolta della vita: «L'Europeo Under 21 è stato splendido, questa Olimpiade una favolosa avventura, la prossima stagione nella Samp la prova del nove. Alla Juve stavo bene, ma non avevo spazio. Nella Samp lo troverò». Lo spazio è davvero tutto per chi ha voglia di respirare. Bruno Penice* Melli e Buso ritratti con la mascotte dei Giochi: sorridono, ma sentono il peso dei favori del pronostico