Le vecchie gaffes di Bongiorno fan più seria la tv dopo la strage
Le vecchie gaffes di Bongiorno fan più seria la tv dopo la strage TBVU'ATBW' Le vecchie gaffes di Bongiorno fan più seria la tv dopo la strage CAMBIAMENTI d'estate. Programmi che saltano perché i telegiornali durano, com'è logico, molto più del previsto (magari censurando, come ha fatto il Tg2 martedì sera, gli spintoni e gli schiaffi a Scalfaro e a Parisi); altri che saltano per opportunità, come «Avanspettacolo» l'altra sera su Raitre; altri ancora che saltano perché il conduttore se ne va sbattendo la porta (o viene di fatto allontanato), come «Mezzogiorno italiano» di Funari (ne parliamo diffusamente in un'altra pagina). Comunque siano andate veramente le cose, un fatto è certo: il pubblico, l'ormai folto [mbblico di «Mezzogiorno itaiano» (quasi tre milioni l'altro giorno, per l'ultima «Edicola») è tutto dalla parte del conduttore. Anche alla redazione della Stampa sono arrivate numerose telefonate il cui tono è sostanzialmente questo: ecco, è stata rimossa l'unica persona che, in televisione, parlava di politica e si faceva capire. Raitre ha sostituito il varietà di Franchi e Ingrassia con un film di Comencini, «Delitto d'amore», protagonisti Giuliano Gemma e Stefania Sandrelli. Dopo la strage del giudice Falcone e della sua scorta, le critiche a Raiuno che aveva mandato in onda ugualmente «Scommettiamo che?» erano state feroci: giustamenI te si è deciso di non ripetere I l'esperienza. Poteva essere im¬ bara zzante proporre, in un momento in cui non c'è proprio niente da rìdere, le scenette comico-politiche di «Avanspettacolo»: anche deboli, anche becere, sono tutte legate a grandi temi tragici e pesanti come macigni. Non si poteva rìderci su, martedì. E' invece andato regolarmente in onda, sempre su Raitre, «Stasera che sera», l'antologia del varietà televisivo dagli albori al 1970. Ma un cambiamento c'è stato: la rivista «Za bum», in scaletta, è stata sostituita da una puntata del più neutro «Rischiatutto». Era il 1970, Bongiorno aveva ventanni di meno, come tutti noi. Stessa voce, però, stesso tono, stesse gaffes. «Stasera che sera», curato da Maria Vittoria Fenu e Filippo Porcelli, ha la sigla di «Macario uno e due», un altro varietà ripescato in questi giorni. Poi segue la riproposta del programma nudo e crudo, sul quale ogni tanto scorrono illuminanti sottotitoli. Che ricordano a esempio le minigonne di Sabbia Ciuffìni, allora studentessa del primo anno di filosofia, nipote dell'allenatore della nazionale Fulvio Bernardini, prima valletta romana di Mike. Anche le gaffes di Bongiorno, le sue mitiche gaffes, ricordano i sottotitoli. Una per tutte. Lui chiede a una concorrente: come sta suo marito? Risposta: è morto. E Mike, di rimando: bene, bene... Si rivedranno «La piazzetta», anno 1956, con Billi e Riva: un varietà che dimostra come «I fatti vostri» di Frizzi avessero lontani precedenti; il mitico «Lascia o raddoppia?» che fermava l'Italia; «Giardino d'inverno» con l'orchestra di Kramer e Ornella Vanoni che interpretava le canzoni della mala; «L'amico del giaguaro» con Raffaele Pisu, Gino Bramierì e Marisa Del Frate. Sarà divertente, sarà nostalgico. Insomma, le cose più gradevoli di questa inesistente tv d'estate sono legate al passato. Non è un buon segno. Mike Bongiorno
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