La seconda guerra di Escobar

La seconda guerra di Escobar Il boss di Medellin non voleva essere trasferito in una prigione speciale La seconda guerra di Escobar Prima combatte, poi evade BOGOTA'. 11 boss è evaso. E* sparito dal carcere. Ha scatenato una rivolta, ma quando i soldati hanno riconquistato la prigione, secondo le confuse notizie della notte, lui non c'era più. La Colombia ha perso la battaglia contro il suo re fuorilegge. L'altra notte Pablo Escobar Gaviria, il leader dei narcotrafficanti di Medellin in cella dal giugno del '91, ha voluto dare una dimostrazione del suo potere. Insieme al fratello Roberto e a 13 «luogotenenti», ha guidato una rivolta a Envigado, il carcere di massima sicurezza a pochi chilometri da Medellin. Con i suoi uomini si è impossessato delle armi delle guardie carcerarie e ha preso come ostaggi il viceministro della Giustizia, Eduardo Motidoza, il direttore del sistema penitenziario, il colonnello Hernando Navas e due funzionari. Secondo alcune fonti, sarebbero però stati i secondini compiacenti a consegnare le armi al boss senza opporre resistenza. Con una scorta di viveri, poi, i rivoltosi si sono rifugiati in un tunnel sotto la prigione. Ieri, all'alba, l'esercito è passato all'offensiva: l'azione di 200 uomini ha poi tato alla liberazione degli ostaggi. Ci sarebbero stati sei morti e quattro feriti, ma il padrino non ha ceduto. Con il fratello è rimasto asserragliato nel sotterraneo, deciso a resistere «fino alla morte», come ha riferito Radio Caracol. Gli altri detenuti ribelli sono invece stati catturati dall'esercito. E quando i soldati hanno fatto irruzione nel rifugio del boss, non hanno trovato nessuno. Sparito. Evaso, ammettono nella notte le autorità colombiane. Alla base della rivolta c'è la decisione del presidente Cesar Gaviria di trasferire Pablo Escobar da Envigado a un carcere militare, con misure di sicurezza più restrittive. Una scelta che i! padrino di Medellin non ha accettato. Escobar (sospettato di avere rapporti anche con Cosa Nostra) si era consegnato alle autorità lo scorso anno, dopo una lunghissima trattativa. Con i frutti del commercio di cocaina si era creato un enorme patrimonio, valutato dalla rivista Forbes tra i 2 e i 5 miliardi di dollari. Ma l'elenco di crimini di cui è imputato non si ferma al traffico di droga: il padrino di Medellin è infatti anche accusato per diversi atti terroristici costati la vita a numerose persone. Al momento di consegnarsi alle autorità, Escobar aveva posto due condizioni: niente estradizione negli Stati Uniti e garanzia di non essere trasferito dal carcere di Envigado, detto «la cattedrale». La prigione «di massima sicurezza» sorge nella regione montuosa del dipartimento di Antioquia: è una vecchia fattoria usata in passato dai narcotrafficanti e riadattata proprio per ospitare Escobar. Il trasferimento del narcotrafficante e dei suoi uomini (forse nel penitenziario di Itaguyl era stato consigliato dai servizi di sicurezza, sicuri che il padrino continuava dal carcere a gestire i lucrosi affari del cartello di Medellin. L'ultima dimostrazione erano state le 22 «esecuzioni» decise dal carcere negli ultimi 15 giorni: ordini dati da Escobar agli uomini ancora in libertà per sgominare la banda di giovani capi che cercano di sottrargli il suo impero criminoso. Secondo i programmi, il trasferimento dovrebbe comunque essere solo temporaneo, per consentire alcuni lavori di rafforzamento delle misure di sicurezza a Envigado, con l'installazione addirittura di una difesa antiaerea. Forse Escobar ha capito che le nuove misure avrebbero messo davvero in pericolo il suo potere. Per questo avrebbe deciso la rivolta e il braccio di ferro con le autorità. (e. st.) Assalto dei soldati per liberare un vice ministro Ci sono sei morti Ma il commando trova la cella vuota Ilcapodeinarcos è scomparso Il presidente colombiano Cesar Gaviria ha deciso il trasferimento di Escobar poro Arri Il padrino di Medellin Pablo Escobar A sinistra truppe antì-narcos in azione tWTOAMf*]

Luoghi citati: Bogota', Colombia, Stati Uniti