Lo manda Indurain, via libera a Roche

Lo manda Indurain, via libera a Roche CICLISMO Chiappucci se ne sta tranquillo e la Maglia gialla lascia vincere il luogotenente del varesino Lo manda Indurain, via libera a Roche Arrivo solitario nella nebbia dopo un uragano, Ekimov a 46" LA BOURBOULE DAL NOSTRO INVIATO Piove, fa freddo, c'è una nebbia che lassù alla Bourboule neppure si vede il traguardo. Caro Miguel, tu vinci H Tour, io, come gentilmente afferma Bernard Hinault, sono l'eroe della corsa, viviamo queste ultime tappe felici e contenti: lo facciamo un amichevole baratto? Sentiamo. E presto detto: evito di disturbarti, in cambio lascia che Roche, personaggio di primissima categoria e mio luogotenente, si goda la gioia di un arrivo solitario. Non c'è bisogno che Chiappucci spedisca emissari o intervenga di persona, lui e Miguel ormai si capiscono a colpi di pedale. La Carréra ha un primo posto con Bontempi a Wasquehal, un trionfo al Sestriere, gradirebbe concludere l'eccellente missione in Francia con un terzo successo. E' troppo? Ma no, è il giusto premio che spetta a una squadra da battaglia. «Vai, Stephen, hai la mia protezione». «Allora, Claudio, ci rivediamo in albergo». Roche attacca, seguendo la scia del belga De Clercq, sulla salita per scalatori da salotto della Croix Morand. Mancano 26 km allo striscione, Chioccioli e Ekimov hanno provato, senza riuscirci, a mollare il gruppo. Roche raggiunge e scavalca De Clercq, quindi preso atto che l'attenzione di Indurain è unicamente concentrata su Chiappucci, si incoraggia e insiste. Nella discesa tenta di intromettersi il danese Holm. Lo cancellano: lascia lavorare Roche, ragazzo, è la sua giornata. Sull'ultima rampa che conduce allo stop, forano la nebbia due fari gialli di motocicletta precedendo un lattiginoso fantasma d'irlandese. Ekimov sarà secondo a 46", poi arriveranno Unzaga e chappucci al comando del plotone. Lampi e tuoni salutano la fine della tap¬ pa e del 79° Tour. O ci aspettiamo ancora sorprese? Pomeriggio in umido. Andate piano, trattenetevi, che davanti a voi sta esibendosi uno straordinario temporale. Un Niagara di pioggia e di grandine s'abbatte sul percorso, disperdendo insieme alla folla dei tifosi gli ammirevoli cicloamatori che abitualmente precedono la carovana. Uomini d'acciaio: sottoponendosi a sfibranti fatiche, intendono dimostrare che l'infarto è soltanto un'idea. Il gruppo rallenta, quasi si ferma al coj spetto dell'ondeggiante, alluvionale sipario. E la media oraria? E il record della fretta per il quale già si pavoneggiava questa rapidissima vicenda? Il sommo direttore della corsa, monsieur Leblanc, alza il pugno in direzione delle nuvole e quelle in meno di cinque minuti, impauritissime, si sgonfiano e s'asciugano. Avanti, pedalate, siete al Tour non in vacanza, signori. Continua a pedalare anche il campione del mondo Gianni Bugno. «E chi l'ha messa in giro la voce che voglio ritirarmi?». Gli emerge, se non altro, la fierezza: «Pensate forse che non abbia la forza per arrivare a Parigi? Sono ancora in lotta per il terzo posto. Non è al terzo posto che miravo, ma è meglio essere terzo che quarto. Spero adesso di non essere sottoposto al marcamento che sino all'Alpe d'Huez non mi ha lasciato un attimo di respiro». Una speranza che non verrà delusa: non lo marca più nessuno. Appendice del suo stratega Stanga: «Sono pronto ad assumermi tutte le mie responsabilità. Quante sono? Il novanta per cento. Il resto diviso in parti uguali tra Bugno e coloro che costantemente, spietatamente hanno criticato le nostre scelte. Tornati a casa, rifletteremo». Ecco, bravi, riflettete. Commossi dall'impresa chiappucciana al Sestriere e dalla vittoria di Chioccioli a StEtienne i francesi (ma non soltanto loro) hanno estratto dal suo mitico scrigno il nome di Coppi per fame un tambureggiante termine di paragone. Chiappucci come Fausto; Chioccioli il piccolo Coppi. Affrettiamoci a chiarire. Qui i confronti si caricano di una mera spinta emotiva, Chiappucci sta in realtà a Coppi come una palla di neve sta a una valanga; e Chioccioli, se al naso sostituisci i risultati, somiglia esclusivamente a se stesso. L'appunto non vale per i vecchi suiveurs, è dedicato ai nuovi. La lunghezza di una fuga stabilisce l'entità dell'impresa, non la qualità di un campione. Gianni Ranieri Claudio Chiappucci (da sin.) il pelato Giancarlo Perini e Stephen Roche: il terzetto della Carrara è felice dopo il successo dell'anziano irlandese sul traguardo di La Bourboule

Luoghi citati: Francia, Parigi, Sestriere