L'Albese va alla sbarra

L'Albese va alla sbarra DOPINO Il magistrato rinvia a giudizio l'ex allenatore e sette giocatori L'Albese va alla sbarra L'accusa è di concorso in atti fraudolenti per Vingerimento di caffeina la vicenda prima di uno spareggio giocato ad Alessandria l'anno scorso ALESSANDRIA DAL NOSTRO INVIATO L'Albese è di nuovo nella bufera. Il sostituto procuratore di Alessandria, Anna Maria Oddone, con riferimen.o a una vicenda avvenuta l'anno scorso, ha infatti rinviato a giudizio otto persone e cioè l'ex allenatore dell'Albese Calcio (attualmente militante in Eccellenza) Carlo Borsalino insieme ai giocatori Enrico Lombardi (adesso «vice» di Orrico nella Lucchese), Giorgio Zannino, Felice Maresca, Alessandro Solazzo, Domenico Randazzo, Angelo Rovcta e Silvano leardi. L'accusa e di «concorso in atti fraudolenti consistiti nell'ingerimento di un'eccessiva dose di caffeina». La storia dello scandalo porta la data del 13 maggio dello scorso anno. Una domenica importante. Allo stadio «Moccagatta» di Alessandria (campo neutro) è in programma la partita-salvezza del campionato di Interregionale tra l'Albese e il Libama. Chi perde, retrocede in Eccellenza (ed è quanto ac- cadrà proprio agli albesi che finiranno sconfitti per 2-1 ). I lan garoli, guidati da Carlo Borsalino, si fermano per il pranzo in un albergo della periferia. Al termine, caffè con caffeina in polvere mentre ai calciatori viene anche praticata una iniezione di ipotensivo. Pochi minuti prima della partita sei degli albesi sono colpiti da nausea e capogiri, due si accasciano sul terreno di gioco. Arriva un medico, si spaventa e consiglia l'immediato ricovero della comitiva in ospedale per accertamenti e analisi. La giustizia sportiva apre un'inchiesta, ma anche la magistratura vuole vederci chiaro. Intanto l'ospedale di Alessandria fa sepere che i giocatori sono fuori pericolo e le analisi confermano che non si è fatto uso di anabolizzanti, ma che i valori di caffeina presenti sono 4 volte superiori al massimo consentito (12 milligrammi per litro). Sia Borsalino, sia i giocatori respingono le accuse e sposano la tesi del cibo avariato e dell'intossicazione collettiva. Ma il ristoratore non ci sta e confessa: «Nel bidone della spazzatura ho trovato sei siringhe». Presidente e dirigenti della società albese (che proprio in questi giorni sta decidendo il proprio futuro) prendono le distanze e ammettono: «Se di illecito si è trattato, i colpevoli verranno allontanati». La Federcalcio sospende le indagini in attesa degli atti della magistratura. Ien il colpo di scena con il rinvio a giudizio dell'ex tecnico e dei sette giocatori. Un'accusa pesante che l'avvocato Roberto Ponzio di Alba crede di poter smontare senza difficoltà: «Esiste il precedente di Peruzzi e Carnevale, assolti dalla magistratura ordinaria in base alla legge 401. E in quel caso si trattava di anfetamine e non di caffeina. I giocatori albesi si sono comportati da sprovveduti e si sono fidati di un compagno che credeva di saperla più lunga degli altri. Altrimenti non sarebbero certo finiti in ospedale». Fiorenzo Panerò

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