«Voglio far nascere una seconda Fedit»

«Voglio far nascere una seconda Fedit» Intervista con il neo-ministro deU'Agricoltura Gianni Fontana «Voglio far nascere una seconda Fedit» ROMA DAL NOSTRO INVIATO «La Fedcrconsorzi va rimpiazzata, secondo me è un fatto indiscutibile ed è fra i primi punti della mia agenda di ministro». Il caso Fedit è uno dei fascicoli più spinosi che Gianni Fontana ha trovato sul suo tavolo da quando, poche settimane fa, è stato nominato ministro dell'Agricoltura nel governo Amato. Quella del «tormentone» Federconsorzi è un'eredità scomoda, signor ministro? Beh, certo, è una vicenda complessa, ma devo dire che il mio predecessore, Goria, ha lavorato con intelligenza e caparbietà per indirizzare le cose verso una soluzione che potesse funzionare. Personalmente devo ammettere che non ho ancora affrontato la questione in tutti i dettagli. Lo farò il 29 prossimo con una riunione che avrà proprio lo scopo di fare il punto della situazione. In ogni modo sono convinto che una struttura importante per il Paese come quella dei consorzi non debba essere dispersa. Si parla molto del piano Capatalo, attorno ad esso ci sono state delle vere e proprie battaglie fra sostenitori e critici. Lei come lo valuta? Mi sembra ingegnoso ed anche efficace, però è ancora presto por dare giudizi definitivi. Per fortuna intanto è stato accolto il concordato preventivo e per il momento credo che la cosa migliore sia lasciar lavorare il commissario e il giudice. A proposito di commissari, come mai all'inizio erano tre ed ora ne basta uno? Circolano molte voci sulle dimissioni di Cigliana, Gambino e Locateli!... Lasciamo stare le voci. Io ri- tengo semplicemente che in una prima fase potesse essere utile una presenza più composita di commissariamento. Oggi però credo sia più razionale avere un solo commissario. Una delle esortazioni di Goria, prima di lasciare il dicastero deU'Agricoltura, è stata quella di non aspettare a vendere il vendibile del patrimonio Federconsorzi. Lei seguirà questa linea? Naturalmente, sono convinto che più si aspetta più si perdono buone occasioni. Andare avanti temporeggiando vuol dire rimetterci dei bèi soldi. Spesso la vicenda Fedit ha avuto sfumature da «giallo». In un'occasione il presidente della Coldiretti Imbianco aveva parlato di «tanti corvi» che prima o poi sarebbero stati smascherati... Guardi, io non posso far altro che rispondere alla luce di quello che ho letto e sentito durante i momenti più caldi della vicenda. La mia impressione è che Federconsorzi sia stata una struttura che ha sempre privilegiato l'aspetto sociale, le sarebbe servita una maggior imprenditorialità. A parte questo io non so se possano esserci stati momenti o «nicchie» di gestione fuco corretti, ma sono convinto che il sistema Federconsorzi non fosse bacato. Passando ad altro, come va la nostra «guerra» per le quote latte? Ho cercato di far ragionare i nostri partner comunitari chiedendo loro di giudirarci dai fatti: noi, con un disegno di legge, ridurremo la produzione attuale di latte e questa riduzione sarà operata sotto il controllo Cee. Contemporaneamente presenteremo una proposta, concordata con il commissario Ray MacSharry, per un aumento del 10 per cento della nostra quota. Dai contatti che ho avuto penso si possa essere ragionevolmente ottimisti su una soluzione del genere. Sinceramente credo che si debba fare ogni sforzo per arrivare in fretta alla fine di questa storia, naturalmente non svendendo nulla. L'agricoltura italiana fino ad oggi ha giocato in difesa ed è ora che si ricominci ad andare avanti. Ed anche a rischiare, se è il caso. Vaimi Cornerò «Sulle quote latte abbiamo concordato con il vertice Cee una proposta per chiudere in fretta» Sopra il ministro Gianni Fontana a fianco il commissario MacSharry

Persone citate: Cigliana, Gambino, Gianni Fontana, Goria, Ray Macsharry

Luoghi citati: Roma