Golfo, nuova Tempesta tra dieci giorni

Golfo, nuova Tempesta tra dieci giorni Solo un'immediata sottomissione di Baghdad alle sanzioni eviterà la ripresa della guerra Golfo, nuova Tempesta tra dieci giorni L'Onu autorizzerà l'attacco aereo WASHINGTON DAL NÒSTRO CORRISPONDENTE Entro dicci giorni aerei dell'aviazione americana, inglese, francese e saudita potrebbero sferrare un attacco punitivo sull'Iraq. E' ormai più che un'ipotesi e solo un veloce e netto cambiamento di rotta da parte del governo di Baghdad può scongiurarla. Infatti, lunedì il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha avviato in proposito «consultazioni formali», che sono continuate ieri e dovrebbero portare, nei prossimi giorni, a un'autorizzazione ufficiale dell'azione militare, volta a imporre all'Iraq il pieno rispetto delle clausole del cessate-il-fuoco che concluse la guerra del Golfo. «Ormai un attacco acreo delle forze multinuzionali appare inevitabile», ha dichiarato ieri un alto diplomatico doli 'Gnu all'agenzia «Associated Press». «E' la crisi più grave dalla primavera del '91», ha aggiunto un altro diplomatico, riferendosi, appunto, alla fine della guerra. Ieri si è avuta la netta percezione che la situazione stia precipitando, proprio mentre in tutto il Medio Oriente si era diffuso un grande allarme per la voce, poi rimasta senza conferme, che Saddam Hussein era stato assassinato. «Ho visto soltanto un servizio d'agenzia, ma non abbiamo assolutamente alcuna conferma», ha dichiarato George Bush, quando gli è stato chiesto di commentare le voci diffuse dall'agenzia egiziana Mena, che faceva riferimento a un agguato contro Saddam da parte di una sua guardia del corpo. «Ma noi vogliamo - ha aggiunto il presidente degli Stati Uniti - che l'Iraq si adegui pienamente alle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell'Onu e gli imporremo di adeguarsi». Ieri Bush ha firmato un decreto che prolunga lo stato di «emergenza nazionale» contro l'Iraq. In un comunicato il presidente ha ricordato che le sanzioni votate dagli Usa contro l'Iraq, congelamento dei beni e blocco commerciale, avrebbero dovuto scadere il 2 agosto pros¬ simo. Saranno rinnovate in ragione dell'emergenza creata dagli ostacoli posti dalle autorità irachene al lavoro degli ispettori dell'Onu, incaricati di censire ed eliminare l'arsenale chimico, nucleare e balistico di Baghdad. Agli ispettori viene da settimane impedito l'accesso al ministero dell'Agricoltura, dove loro sono convinti siano stati nascosti i piani di alcune delle armi più pericolose. Quello che è peggio, gli ispettori sono fatti segno a un preoccupante crescendo di minacce, mentre le forze di sicurezza irachene sostengono di non essere più in grado di proteggerli. Alcuni ispettori sono stati oggetto di tentativi di investimento con auto o camion. I copertoni delle macchine di altri sono stati ripetutamente tagliati. Lanci di pietre frantumano le finestre dell'albergo in cui sono rifugiati, dove vengono anche recapitate lettere contenenti truculente minacce, che la stampa dei regime rafforza, fornendo ad esse una giustificazione ideologica. Attorno all'albergo, si susseguono manifestazioni di folla sempre più numerose. Gli slogan etichettano gli ispettori come «spie dell'imperialismo americane», mentre i manifestanti bruciano bandiere degli Stati Uniti e ritratti di Bush. Gli ispettori possono lasciare l'albergo solo dietro scorta annata delle forze di sicurezza irachene, che, tuttavia, non garantiscono più la loro incolumità. Rolf Ekeus, il diplomatico svedese che guida la commissione dell'Onu incaricata delle ispezioni, ha fatto ritorno a New York, dipingendo «una situazione radicalmente deteriorata dal punto di vista della sicurezza». «Ho esplicitamente ammonito il governo iracheno che tutto questo può poitare a tragiche conseguenze», ha riferito Ekeus. L'Iraq inoltre si rifiuta di attuare la vendita di petrolio autorizzata dall'Ona, perché non vuole che una parte del ricavato sia utilizzato per pagare i danni di guerra. Il lavoro della squadra di ispettori che deve ridcfi- nire il confine viene sistematicamente sabotato. Gli attentati contro i «caschi blu» nel Nord hanno ormai ritmi quotidiani. L'azione di bombardamento acreo di obiettivi militari in territorio iracheno, di cui sta discutendo l'Onu, dovrebbe essere inizialmente limitata. Ma sarebbe immediatamente seguita dalla realizzazione di un embargo aereo totale, con poche eccezioni per rifornimenti umanitari autorizzati. Di qui potrebbero presto nascere nuovi incidenti. Durante le riunioni in corso nel Consiglio di Sicurezza, il Kuwait ha offerto le sue basi aeree come appoggio per l'attacco. Il governo turco ha messo a disposizione la base di Incirlik, nel Sud del Paese. L'Arabia Saudita si è impegnata a mettere in azione i suoi aerei «Awacs». di fabbricazione americana, per le ricognizioni radar di supporto. Forse è solo l'ennesima minaccia, ma - ha detto un diplomatico - «ormai siamo in una situazione "o bianco o nero"». Paolo Passarmi E l'agenzia ufficiale egiziana «Mena» ieri ha diffuso la notizia di un attentato mortale a Saddam Saddam ancora una volta in trincea. Un nuovo attacco alleato potrebbe estere questione di giorni. A destra un blindato dei caschi blu

Persone citate: Bush, Ekeus, George Bush, Rolf Ekeus, Saddam Hussein, Saddam Saddam