Parliamone di Claudio Gorlier

DA MARLOWE AL NEW YORKER L'INTIMITA' SVELA I GRANDI Parliamone DA MARLOWE AL NEW YORKER L'INTIMITA' SVELA I GRANDI EE lettere della figlia di Manzoni, morta tisica a ventun anni, rivelano il crudele autoritarismo paterno. Del sadismo famigliare di De Amicis sappiamo tutto. Nuovi particolari sono venuti alla luce sulla follia di Althusser, il quale uccise la moglie, mentre Mailer accoltellò la propria. La storia americana ci insegna che Lincoln ottenne il Voto di un gruppo di politici del Massachusetts per far approvare la legge sull'abolizione della schiavitù con vere e proprie tangenti, sotto forma di lucrose nomine di sottogoverno. Petrarca era, politicamente, un astuto opportunista, e Shakespeare si preoccupò sempre di compiacere i potenti. Ma proprio l'età elisabettiana ha riservato di recente nuove sorprese (che sono poi sorprese ben previste) rimbalzate sulla stampa italiana, a proposito dell'altro grande, e trasgressore, autore di teatro, Cristopher Marlowe. Gli archivi parlano di congiura per la sua morte violenta, e confermano le ambiguità, in tutti i sensi, del suo operato, in curiosa sintonia con il torrente di rivelazioni, vere o false, che sgorga dagli archivi di Mosca. Parafrasando Kott, verrebbe fatto di dire^. Marlowe, nostro contemporaneo. : L'offensiva di quelli che vennero definiti in Francia déboulloneurs de gioire, sbullonatoli di gloria, non conosce tregua. E' bene? E' male? Trasformeremo 10 studio biografico di personaggi quasi intoccabili in inchieste per Sorrìsi e canzoni? Non esiste una risposta univoca. Intanto, conviene riaffermare che non dovrebbero esistere intoccabili, né santuari da rispettare. Quando Leon Edel, biografo di Henry James, scoprì lettere dello scrittore che lasciavano pensare a inclinazioni omosessuali, patì un vero trauma, e esitò per qualche tempo a proseguire. Disarmante candore. In secondo luogo, ci si deve domandare in che misura l'incursione spietata nella biografia giova a meglio comprendere l'autore e la sua opera, a sostanziarla. Marlowe, punta dell'iceberg di una controcultura repressa, censurata, ma assai diffusa ai tempi di Elisabetta. Nelle sue tragedie se ne colgono i vigorosi influssi, e se vediamo in lui un Genèt del suo tempo anche sul piano esistenziale e umano, benissimo. Il raffinato gentiluomo Walter Raleigh, protetto di Elisabetta, fu messo a morte da Giacomo I. Scoprirne il perché illumina sul rapporto tra politica e letteratura, considerando cinicamente a posteriori che, mentre attendeva la morte in cella, Raleigh scrisse una delle sue poesie più memorabili. Apprendiamo dall'Espresso, che Tina Brown, dopo otto anni di fortunata direzione di «Vanity Fair», andrà a rivitalizzare 11 glorioso ma serioso «New Yorker», e oltre a sveltirlo lo renderà più frivolo, e magari più pettegolo, personalizzando, attingendo a storie private, nella sua pragmatica, e britannica, avversione per le «storie di idee». Che si tratti di un'operazione commerciale è fuori dubbio, con tutti i rischi che comporta. Proprio il «New Yorker» molti anni or sono, pubblicò una vignetta di un tizio mascherato che rovistava nei cassetti segreti di un ufficio del Pentagono, senza neppure chiudere la porta. Un funzionario lo additava preoccupato a un collega. «Gli ho chiesto che faceva», rispondeva questi, «ma lui mi ha risposto: "Si occupi dei fatti suoi"». Che istituzione, la privacy. Vediamo un po' di capire, evitando il morboso sensazionalismo, in che misura i fatti degli altri sono anche i fatti nostri. Claudio Gorlier

Luoghi citati: Francia, Lincoln, Massachusetts, Mosca, Raleigh