Tragica domenica sul Monte Bianco

Tragica domenica sul Monte Bianco Courmayeur, quattro alpinisti hanno perso la vita in tre incidenti diversi, due sono italiani Tragica domenica sul Monte Bianco Lastre di neve su una cordata CHAMONIX. Quattro alpinisti sono morti ieri pomeriggio sul Monte Bianco in tre diversi incidenti. Due di loro potrebbero far parte di un gruppo di escursionisti del Cai di Borgomanero (Novara), gli altri sono di nazionalità inglese e francese. La gendarmeria francese ha comunicato che la vittima di cui è stato recuperato il corpo è Gabriele Longo, mentre non si conoscono le generalità del suo compagno. Entrambi erano impegnati in una discesa sulla via normale della Tour Ronde, a 3.600 metri di quota. Con altri compagni di gita, erano partiti al mattino presto dal Rifugio Torino sul colle del Gigante, in territorio italiano. Hanno risalito il «canale Gervasutti», la via più impegnativa della Tour Ronde. Dopo aver raggiunto la vetta, scendevano lungo il percorso «normale», meno impegnativo del «Gervasutti». Era un gruppo di almeno dieci persone, divise in cinque coppie. La cordata era quasi alla fine della discesa, stava per raggiungere la «crepaccia terminale», la spaccatura che indica il termine del ghiacciaio e l'inizio del piano nevoso. Gli ultimi due alpinisti, un ragazzo e una donna, hanno perso l'equilibrio e sono scivolati a valle, finendo dentro il crepaccio. Nella caduta hanno fatto staccare alcune placche di neve, che li hanno ricoperti. Gli amici, che avevano già raggiunto il pianoro, sono subito tornati indietro per estrarre dalla spaccatura i due compagni. Hanno raggiunto la zona dell'incidente in pochi minuti e hanno cominciato a scavare. In poco tempo sono riusciti a recuperare la donna, che era rimasta in superficie. Il suo compagno era invece caduto più in basso di almeno sei o sette metri. Un altro alpinista si è quindi calato nel crepaccio, per tentare il recupero. Alcuni giovani erano intanto scesi a valle per chiedere soccorso. In pochi minuti è intervenuto l'elicottero del plotone di soccorso alpino della Gendarmerie di Chamonix. Il velivolo si è abbassato e ha calato due agenti che hanno tentato di recuperare il ferito. In quell'istante si è staccata una grande placca di neve dalla «via normale», che ha sepolto feriti e soccorritori. L'elicottero della gendarmeria, che volava a pochi metri di altezza dal crepaccio, non è stato colpito dalla slavina. Sotto la massa nevosa sono quindi rimasti due escursionisti del Cai e un gendarme francese. Il secondo agente e gli altri alpinisti sono riusciti a scappare e a mettersi in salvo. Sul luogo dell'incidente e intervenuto anche l'elicottero della protezione civile di Aosta, con guide alpine di Courmayeur e molti volontari partiti dal vicino rifugio Torino. Dopo pochi minuti è stato estratto il gendarme ferito. E' ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Chamonix. I soccorritori hanno poi recu¬ perato il corpo di Gabriele Longo, che è stato trasportato nella camera mortuaria dell'ospedale di Chamonix. Alle 19 le ricerche sono state sospese: la temperatura era ancora molto elevata e c'era il pericolo di altre valanghe. Non ci sono speranze di ritrovare in vita il secondo alpinista: è caduto a una profondità valutata tra i sei e i dieci metri ed è coperto da almeno due metri di neve. Nel pomeriggio di ieri sono morte altre due persone sulla parete del Dru e nella zona del Goùter, sul versante francese del massiccio del Bianco. Le vittime sono due donne, una francese e una inglese. I due incidenti sono accaduti poco prima delle 13. L'alpinista inglese è stata colpita da una scarica di sassi sulla parete rocciosa del Dru, a 3.754 metri di quota. La donna francese ha perso la vita mentre scalava la vetta del Goùter, a 3.800 metri. I corpi sono stati recuperati dagli uomini del «Peloton d'haute montagne» di Chamonix. Mario Mochet, responsabile del soccorso alpino di Courmayeur e uno dei primi a intervenire, spiega: «Non era un'ascensione difficile, scendevano per la via normale, che non crea particolari problemi. Ma in questo periodo la temperatura gioca brutti scherzi. La neve non gela e causa il distacco di pericolose placche di ghiaccio». Stefano Sergi Due cadono in un crepaccio Mentre i soccorritori tentano di aiutarli, una placca ghiacciata si stacca e li seppellisce tutti La cordata italiana era impegnata nella scalata della Tour Ronde: al mattino aveva risalito il «canale Gervasutti», la via più impegnativa, mentre la discesa avveniva lungo la via normale

Persone citate: Gabriele Longo, Gervasutti, Mario Mochet, Stefano Sergi

Luoghi citati: Aosta, Borgomanero, Courmayeur, Novara, Torino