Havel lascia e assolve gli slovacchi
Havel lascia e assolve gli slovacchi Ultimo discorso Havel lascia e assolve gli slovacchi PRAGA. Nel suo 99° ed ultimo discorso settimanale radiofonico in veste di presidente cecosloyacco, Vaclav Havel ha affermato ieri di credere ancora nell'ideale della Cecoslovacchia unita, ma ha ammesso di non avere il diritto di essere contrariato per l'imminente secessione della Slovacchia. «Uno Stato comune sarebbe meglio, io lo penso ancora oggi - ha detto Havel - ma sono realista». Venerdì scorso, il giorno stesso della proclamazione della sovranità da parte del Parlamento slovacco, Havel ha annunciato le proprie dimissioni da presidente della Repubblica, con decorrenza da oggi. Ma quelle dimissioni, ha spiegato Havel, non costituivano una reazione al voto del Parlamento slovacco (il suo mandato presidenziale sarebbe scaduto naturalmente il 5 ottobre prossimo). «Di certo - ha sostenuto il presidente dimissionario - non ho abdicato sotto l'impressione immediata della proclamazione. La decisione era stata invece presa molto tempo prima. Le pressioni per l'emancipazione nella società slovacca sono più forti di quanto noi federalisti pensassimo, e io devo rispettarle. E non ho il diritto di essere contrariato». Il presidente uscente ha anche respinto le critiche mossegli dagli altri federalisti, di avere distrutto lo Stato unito cecoslovacco con le sue dimissioni: «Ho soltanto contribuito a chiarire le cose» ha detto. [Agi-Ap]
Persone citate: Havel, Vaclav Havel
Luoghi citati: Cecoslovacchia, Praga, Slovacchia
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