Il giudice Thomas boccia la pillola abortiva di Franco Pantarelli
Il giudice Thomas boccia la pillola abortiva Sentenza della Corte suprema: il medicinale RU486 non può essere introdotto negli Usa Il giudice Thomas boccia la pillola abortiva Furiose polemiche, la decisione divide anche il partito di Bush NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Niente da fare: il governo non deve restituire la pillola per abortire alla donna cui era stata sequestrata. Lo ha deciso la Corte Suprema, proprio nel momento in cui per quella donna, Leona Benton, scadeva il tempo utile perché la pillola potesse esserle somministrata con efficacia. Adesso a lei non resta che ricorrere all'aborto chirurgico. La decisione è venuta dalla Corte Suprema, che con una maggioranza di sette voti contro due ha stabilito che l'ordine di dissequestro emesso l'altro giorno da un giudice federale e poi annullato (due ore dopo) dalla Corte d'Appello, non era valido. La motivazione? Il fatto che la battaglia in Corte d'Appello che Leona Benton e i suoi avvocati si accingono a fare non aveva nessuna «sostanziale probabilità» di essere vinta. In sostanza, visto che la Corte d'Appello dirà sicuramente no al ricorso contro l'annullamento del dissequestro, ha stabilito la Corte Suprema, tanto vale rendere quella decisione immediatamente «operativa». E' stata una decisione presa dalla Corte nel suo insieme, si diceva, perché il giudice Clarence Thomas, cui spettava l'esame della questione per competenza territoriale, non se l'è sentita di decidere da solo ed ha richiesto il voto dei suoi colleghi per ragioni di «emergenza». Era la sua prima occasione - dicevano ieri i favorevoli all'aborto - di far vedere a George Bush quanto sia stato opportuno nominarlo e difendere la sua nomina con i denti, come avvenne nelle famose udienze del Senato in cui i repubblicani si scatenarono contro la professoressa Anita Hill che lo accusava di averla molestata sessualmente. E lui ha lavorato bene. Ma per il movimento aborti¬ sta, l'esito di questa battaglia cominciata due settimane fa all'aeroporto Kennedy di New ¥ork, quando a Leona, proveniente da Londra, era stata sequestrata la pillola RU486, di fabbricazione francese, con la motivazione che la sua importazione negli Usa è proibita - era scontato. Loro stessi lo avevano in pratica voluto quando avevano pubblicizzato al massimo l'arrivo di Leona con la pillola in borsetta, in modo che i doganieri dell'aerporto Kennedy fossero «costretti» a sequestrarla. Lo scopo era infatti quello di dimostrare che la proibizione di importare la RU486 negli Stati Uniti è «capricciosa, antiscientifica e dettata da considerazioni esclusivamente politiche», e quello finale, di scopo, è l'ottenimento della legalizzazione della RU486. Dopo questo caso, infatti, tutti sanno che quella pillola è estremamente efficace, che mii gliaia di donne in Europa l'han¬ no sperimentata, che le sue controindicazioni sono minime (in pratica equivalenti a quelle dell'aborto chirurgico) e che inoltre consente di «aggirare» le leggi restrittive che stanno per arrivare in numerosi Stati americani. E poi, in questo periodo elettorale, c'era da «smascherare» l'amministrazione Bush (dei tre giudici della Corte d'Apello che hanno bloccato il dissequestro uno è perfino suo cugino), ormai bloccata su una posizione antiabortista, mentre i sondaggi dicono che la maggioranza della popolazione è a favore. Bill Clinton, nel suo discorso di chiusura della Convention democratica, ha detto chiaramente di essere «non a favore dell'aborto ma a favore della scelta», e già questo - si suppone - darà da pensare a tanti repubblicani che sono sulla stessa posizione. Franco Pantarelli
Persone citate: Anita Hill, Bill Clinton, Bush, Clarence Thomas, George Bush, Kennedy, Leona Benton
Luoghi citati: Europa, Londra, New York, Stati Uniti, Usa
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