Salario i sindacati alzano il tiro

Salario, i sindacati alzano il tiro Cgil, Cisl, Uil da Amato per un confronto sulla politica dei redditi e la manovra Salario, i sindacati alzano il tiro Cristofori: accordo subito o intervento per legge ROMA. Sul costo del lavoro i sindacati prendono tempo. Declinano l'invito del ministro Cristofori ad accelerare il confronto triangolare e alzano il tiro: la prossima settimana incontreranno il presidente del Consiglio, Amato, e i ministri finanziari. Cgil, Cisl, Uil non sono infatti disposte a limitare la trattativa con governo e imprenditori alla struttura contrattuale, in quanto vogliono che la questione della «dinamica salariale» sia inserita nel quadro più ampio della politica dei redditi. Tutti a palazzo Chigi, quindi, per riproporre critiche e osservazioni alla manovra economica. «Il governo ritiene sia necessario fare in fretta - ha detto ieri il leader della Cisl, Sergio D'Antoni, al termine dell'incontro con Cristofori - ma confonde la parte con il tutto: si continua a guardare alle dinamiche salariali, dimenticando che sono solo uno dei punti della politica dei redditi. Di conseguenza, la nostra risposta è che, prima di tutto, dobbiamo avere un quadro chiaro e complessivo. Solo in questo ambito si potrà parlare di costo del lavoro». In altre parole si vogliono aver chiari gli obiettivi: quale tasso di inflazione, come controllare prezzi e tariffe, con quali meccanismi fiscali affrontare i redditi originati da lavoro non dipendente. Anche Bruno Trentin, segretario generale Cgil, è d'accordo: «Prima di parlare di costo del lavoro bisogna definire con quale quadro di politica dei redditi ci si misurerà». Il ministro Cristofori ha mandato comunque un segnale chiaro: «Se non si farà immediatamente l'accordo sulla politica dei redditi - ha detto intervenendo all'assemblea annuale dell'Intersind - il governo è disposto ad intervenire con strumenti di natura legislativa, seppure poco graditi». «Nessuno si illuda - ha aggiunto che il governo sia tale di nome e non di fatto. Per questo auspico la nascita del partito del non rinvio. Si gioca ancora una volta col fuoco, non vorrei che da una parte si pensasse di aspettare la crisi nera per cuocere i diritti dei lavoratori e dall'altra si pensasse che il governo potrebbe intervenire con politiche assistenziali. Si sbagliano gli uni e gli altri». Ed ha spiegato: le politiche assistenziali si possono fare quando crescono le risorse, non si può rafforzare lo stato sociale senza crescita dei redditi e ogni giorno che passa si perdono quote di mercato. «Ho fretta - ha poi sottolineato - ma non per avere un successo personale, piuttosto perché sento la re¬ sponsabilità del momento». In serata, sulla possibile «soluzione legislativa» ventilata dal ministro del Lavoro, è intervenuto Trentin: «La situazione va a rotoli, mi sembra ovvio che ciò che non sarà raggiunto con un'intesa dovrà essere fatto assumendo ognuno le proprie responsabilità. Gli argomenti e le sedi per farlo non mancano: ci sarà la discussione sui decreti, la legge finanziaria». Il segretario generale della Cgil ha escluso comunque che, pur di chiudere la partita in questo scorcio di luglio, si possa fare un mini-accordo: «I problemi - ha detto - sono talmente gravi che l'ipotesi di un accordo mediocre non esiste. Se non c'è vero accordo, il governo dovrà fare il proprio compito». E il leader della Uil, Pietro Larizza, ha sottolineato che innanzitutto «occorrono riferimenti chiari» e quindi bisogna fissare un incontro urgente tra sindacati e governo. Al governo si è rivolto anche il presidente Intersind, Paci, sollecitandone una presenza più attiva. Francesco Bulio

Persone citate: Bruno Trentin, Cristofori, Paci, Pietro Larizza, Sergio D'antoni, Trentin

Luoghi citati: Roma