Fausti scala la superhoiding

Fausti scala la superholding Fausti scala la superholding L'amministratore delegato Comit verso il vertice della Spa Eni-Enel ROMA. Le caselle si riempiono. Luigi Fausti è pronto. L'arnministratore delegato della Banca Commerciale è ormai considerato senza rivali per la presidenza del nuovo raggruppamento comprendente l'Eni e l'Enel. Si tratta di una delle due nuove società, note come superholding, con le quali il governo sta riorganizzando le partecipazioni statali e le banche pubbliche. All'altra superholding è destinato Pellegrino Capaldo, presidente della Banca di Roma. Il governo si appresta ad affidare a questa seconda società competenze dicarattere misto, industria e finanza cioè Iri, Bnl, Imi e Ina. Le due superholding dovrebbero avere strutture molto snelle per occuparsi solo dei grandi indirizzi per le attività controllate. Per il presidente del Consiglio Giuliano Amato non devono occuparsi degli affari quotidiani, lasciando la gestione alle imprese dei due raggruppamenti e ai vecchi enti diventati Spa con il decreto legge della scorsa setti¬ mana (Iri, Eni, Enel e Ina). Amato vuole perciò affidare la guida delle superholding a persone più preparate nella finanza strategica che nel management o nella gestione industriale diretta. Sia Capaldo che Fausti rispecchiano questo identikit. Entrambi di estrazione bancaria, sono tecnici con una lunga carriera alle spalle benché i legami democristiani del primo e le simpatie socialiste del secondo siano noti. Fausti (che ha 63 anni) è diventato amministratore delegato della Comit nella primavera 1990, dopo aver trascorso 42 anni all'interno dell'istituto salendo tutti i gradini: da impiegato a direttore del servizio crediti Italia. Capaldo e Fausti (che dovrebbero insediarsi entro il 26 luglio) dovranno coordinare e razionalizzare la presenza dello Stato in economia. Grane non mancano, a partire dall'assorbimento delle aziende dell'Efim, sciolto e commissariato ieri. Va poi deciso chi guiderà gli enti trasformati in Spa: rispetto alle vecchie gestioni, Amato è favorevole a cambiare qualcosa. E inoltre deve essere deciso se Tiri e l'Eni hanno ancora ragione di esistere. Create le superholding, il problema è aperto. Una nota dei dirigenti Eni sostiene che «le decisioni di impresa devono restare alle Spa ex enti pùbblici». Le questioni più delicate riguardano però Tiri. Giovedì sera, il comitato di presidenza ha risistemato e snellito il vertice deiriritecna (il raggruppamento per le grandi opere é l'impiantistica) ma va verificato se la sua struttura sia funzionale o meno. Presidente al posto di Carlo Lavezzari diventa l'attuale vice, Mario Lupo. Sono stati invece confermati i due arnministratori delegati, Ernesto Schiano e Fulvio Tornich. Quasi tutto il consiglio di amministrazione si era dimesso imponendo il completo rinnovo. Si è trattato di un gesto di protesta contro Lavezzari che ha contestato progetti come il ponte di Messina e l'alta velocità ferroviaria considerati di fondamentale importanza nei programmi dell'Iritecna. Una nota diffusa dall'Ili è molto dura: «Le dimissioni sono state determinate dalla grave e crescente preoccupazione dei consiglieri di fronte a dichiarazioni ripetute del presidente della società, senatore Carlo Lavezzari, giudicate pregiudizievoli per gli interessi dell'azienda». Lupo, Schiano e Tornich sono affiancati nel comitato esecutivo da Franco Simeoni, direttore centrale Iri, e nel consiglio da altri cinque direttori del gruppo, Enrico Micheli, Renato Cassaro, Fabrizio Antonini, Vittorio Di Stefano e Alessandro Ovi. tr.ipp.]

Luoghi citati: Italia, Messina, Roma, Spa Eni-enel