Morto Magni, il comico intellettuale di F. Mond.

Morto Magni, il comico intellettuale Milano: stroncato da un infarto il mimo dei «Gufi», aveva 51 anni Morto Magni, il comico intellettuale Allampanato e sottile inventò il varietà da camera MILANO. Il cabaiettista e cantante Gianni Magni, 51 anni, attore noto per la sua partecipazione al gruppo «I Gufi», è morto l'altra notte al Policlinico dove era stato ricoverato poco prima in seguito a un infarto. Nato a Milano nel '41, entrava nel mondo dello spettacolo ancora giovanissimo facendo il clown, l'acrobata e poi il coreografo per la Rai. Attore versatile, chansonnier e cabarettista, Magni si staccò dai «Gufi» nell'81 per trovare nuove strade nel cinema, con Paolo Villaggio e Adriano Celentano, e nel teatro. La sua figura allampanata, anche se Gianni non era un «lungo» come Dario Fo (al quale in qualche modo rassomiglia- I va), rimaneva stampata nella | memoria dello spettatore. Il ! suo umorismo incominciava proprio da quella figura sottile, da quello sguardo sornione e anche sorpreso, stupito di ciò che gli accadeva attorno e forse stupito di se stesso. La sua era una comicità sottile ma esplosiva dove la mimica sostituiva spesso la parola, dove anche ridere (e fare ridere) diventava uno squarcio metafisico. L'attore Magni era nato con i «Gufi», quel gruppo che spopolava nella Milano del vecchio «Derby», il cabaret nazionale, quello dei Franco Nebbia e di una generazione di gente che sapeva di comicità, arguzia e tanta eleganza. Per un bel po' furono gli eredi dei «Gobbi» di Caprioli, Bonucci e Franca Valeri. Gli allora esordienti (1964) Cochi e Renato (Pozzetto) se li bevevano battuta per battuta e li ammiravano con autentico timore reverenziale. Infatti i «Gufi» (e Magni) inventarono un varietà che dovremo definire da camera, un varietà (non c'è altra parola) dalla comicità anche greve, talvolta, ma sempre sostenuta da un testo ritmato, teso, schizoide ai confini con l'assurdità. I «Gufi» (e Magni) colpivano a raffica: nel loro mirino c'erano l'uomo politico di turno, le magagne di casa nostra, i sacri luoghi comuni della nostra borghesia (la piccola, la media, la grande, tutti), i miti dell'Italietta. [f. mond.]

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