I segreti dell'«Apocalypse»

I segreti dell'«Apocalypse» PRIME CINEMA «Viaggio all'inferno», documentario girato da Eleanor Coppola I segreti dell'«Apocalypse» Dietro le quinte del film sul Vietnam E, forse la prima volta che, sia pure nella piena estate, viene distribuito nei cinema un documentario sulla lavorazione d'un film, dunque un genere cinematografico di solito riservato ai cinefili o alla televisione: si spiegherà anche con quella cinofilia di massa nata dalla tv e dalle videocassette, ma soprattutto si spiega con la fama e la leggenda che circondano «Apocalypse Now». Dice Francis Coppola: «Il mio non è un film sul Vietnam. E' il Vietnam». La lavorazione di «Apocalypsc Now», cominciata nelle Filippine nel marzo 1976, durata oltre due anni e mezzo, divenne un incubo fisico, emotivo e finanziario, un'avventura crudele e celebre quasi quanto quel grande film. Il regista aveva chiesto alla moglie Eleanor di documentare la lavorazione. Lei preferi poi scrivere 'un diario, «Notes». Adesso i materiali girati allora da Eleanor Coppola, uniti a interviste attuali con il regista, gli attori e la troupe, vengono utilizzati dagli autori di «Viaggio all'inferno», documentaristi usciti dalle facoltà di cinema delle Università del Michigan e di Yale, per costruire un docu¬ mentario molto interessante, che è insieme bellissimo e brutto. E' brutto per il tentativo, inevitabilmente fallimentare, di riprodurre l'enfasi, la grandiosità e lo stile di «Apocalypse Now», mitizzando la lavorazione sino a raccontarla come un «viaggio all'inferno» simile a quello narrato da Joseph Conrad in «Cuore di tenebra» da cui il film è tratto. E' brutto per l'assoluta mancanza di distacco e di senso del ridicolo, comprensibili in Coppola ma non in un documentario: alcune interviste lasciano che il regista si autoglorifichi in toni di puerile sentenziosità tali da somigliare a uno sketch di Davide Riondino. E' brutto perché ò doppiato: specialmente in un documentario, dover ascoltare doppiate le voci di Orson Welles e di Marion Brando ò una sofferenza. «Viaggio all'inferno» è invece bellissimo per molte cose che mostra e racconta. Welles che non riuscì a realizzare a suo tempo un film da «Cuore di tenebra». Il tifone che distrugge i set: con arie d'opera italiane come accompagnamento musicale. La sequenza, tagliata da ((Apocalypse Now», d'un pranzo in una piantagione francese, con Aurore Clémcnt e Christian Marquand come ex colonialisti irri¬ ducibili. Sam Bottoms che ricorda: «Fumavamo tutti molto, anche durante le riprese io ho preso l'acido, oppure le anfetamine per restare sveglio». Le mutazioni fisiche subite dai personaggi nel corso del tempo, Coppola via via gonfio e sgonfio, sua moglie Eleanor trasformata da ragazza in matrona. Marion Brando, grassissimo, che discute e discute il copione per allontanare il momento in cui la macchina da presa inquadrerà il suo corpo deformato e odiato, che ripete commoventemente i tic facciali e recitativi di quando era bello, quel modo d'aggrottare le sopracciglia, di sporgere le labbra... E Coppola alla fine, con la sua speranza che la tecnologia elimini l'aspetto professionistico del cinema, che tutti domani possano essere cineasti: «Allora il cinema sarà finalmente una forma d'arte». [1. t.] VIAGGIO ALL'INFERNO (Hearts of Darkness: A Filmmaker's Apocalypse) di Fax Bahr e George Hickenlooper Materiali documentari di Eleanor Coppola Usa 1991; documentario Cinema Eliseo Grande di Torino; Excelsior di Milano; Holiday di Roma

Luoghi citati: Filippine, Michigan, Milano, Roma, Torino, Vietnam