«Non facciamo confusioni fra politica e morale»

«Non facciamo confusioni fra politica e morale» Il «Modus vivendi» di Galli della Loggia «Non facciamo confusioni fra politica e morale» ERNESTO Galli della Loggia è storico e docente universitario. I suoi editoriali su La Stampa, rac colti in volume da Laterza, escono ora con il titolo Modus vivendi. L'anno scorso Galli della Loggia ammoniva che «con il partito degli onesti alla ribalta, la politica non potrebbe sfuggire alla tentazione d'imboccare la scorciatoia giudiziaria, e i tribunali finirebbero per diventare davvero l'assise massima della politica». L'autore è ancora di quest'opinione? «Sì. Sono d'accordo con Colletti sulla necessità di non fare confusione tra politica e morale. E' giusto che chi ruba vada in prigione. Se poi un partito avrà molti ladri nelle sue file sarà circondato dal discredito, presumibilmente prenderà meno voti. Saranno dunque gli elettori e i giudici, e non altri, a risolvere la questione morale». Aggiunge: «E' vero che gli onesti potrebbero mettersi insieme per cambiare certe regole, ad esempio usando lo strumento del referendum. Ma ciò non significa che il Paese possa essere governato attraverso i referendum». In un editoriale del maggio '91, intitolato «Craxi il nemicissimo», Galli della Loggia analizzava le ragioni dell'anticraxismo. Anche oggi, osserva, «l'anticraxismo ha qualcosa di più e di diverso rispetto alle motivazioni di avversione politica a Craxi, che sono assolutamente legittime. Non mi considero un craxiano anche se riconosco i grandi meriti che Craxi ha avuto. Per esempio quello di rompere certi tabù, di aprire certi armadi e mostrarne gli scheletri. Ciò ha provocato l'estraneità del psi a certi "salotti buoni" della sinistra. L'anticraxismo mi sembra comunque l'ideologia di una parte della partitocrazia italiana contro un'altra parte della stessa partitocrazia». [Agi]

Persone citate: Colletti, Craxi, Galli, Galli Della Loggia