Doppio giallo in Versilia di Foto Cuffaro

Doppio giallo in Versilia La donna colpita da un pregiudicato per motivi d'onore, l'uomo si sarebbe suicidato Doppio giallo in Versilia Lei ferita, lui trovato morto in auto VIAREGGIO NOSTRO SERVIZIO Il cadavere di un giovane con un colpo di pistola alla tempia, abbandonato sul sedile di un «fuoristrada»; una ragazza in fin di vita, ferita da un colpo al torace. Lui, forse, è un suicida, lei la vittima di un tentato omicidio. Eccolo il nuovo «giallo» della Versilia. A Lido di Camaiore, in via Fratelli Rosselli, la polizia, chiamata dai passanti, è arrivata intorno alle 12,45 di giovedì per soccorrere - tentativo inutile - Giovanni Giacco, 28 anni, spezzino, rappresentante di una nota ditta di dolciumi, sposato. Con la 7,65 che teneva a bordo dell'auto si era appena sparato alla testa. Poco prima era passato dall'ospedale di Viareggio dove aveva lasciato, sanguinante, Milva Fabbri, 29 anni, ex entraineuse, di Montecatini e compagna del pluripregiudicato Felice Donadio, detenuto a San Vittore. Ed è proprio lei, oltreché protagonista, la sola testimone dei fatti. Ha parlato subito, quando ancora era in stato di choc, ma ha reso una confessione a tratti poco credibile. A spararle sarebbe stato Carmine Donadio, 39 anni, fratello di Felice, particolare, questo, su cui gli inquirenti non hanno dubbi. Una sorta di tentato delitto d'onore, laddove l'onore da difendere era quello del carcerato Felice, compromesso dall'allegra condotta dell'entraìneuse. Milva e Carmine dovevano dunque vedersi quella notte per un «chiarimento» in proposito. Lei giunge all'appuntamento insieme a Giovanni Giacco, a bordo del fuoristrada; Carmine attende nel buio di una strada del quartiere popolare Allende. Lui, originario di Nola in provincia di Napoli, abita lì con la convivente ventitreenne Paola Federici. Da qui fa fede soltanto il racconto della Fabbri. Lei scende, discute furiosamente con Carmine e quando lo vede estrarre la pistola, corre verso l'auto. Mentre apre la portiera, parte il primo colpo che la raggiunge allo sterno. Un secondo colpo forerà la parte posteriore del fuoristrada. Una corsa folle verso l'ospedale, il frettoloso andirivieni di medici e infermieri, una troppo rapida diagnosi che probabilmente giunge alle orecchie dello spaventato Giacco. «Sta morendo - dice qualcuno - bisogna trasferirla alla clinica di Pisa». E' forse in questa presunta, imminente morte la chiave di lettura che spiega il successivo gesto del giovane spezzino. Egli risale sull'auto, percorre pochi chilometri e, giunto a Lido di Camaiore, si spara. La sua, si sco¬ pre, è una vita senza ombre. Abita a La Spezia, in via Genova, insieme alla giovane consorte Sonia. Da lui il padre Antonio e la madre Annamaria non hanno mai avuto brutte sorprese. Buon lavoratore, marito premuroso, famiglia tranquilla, agiata. E la confessione di Milva mira a mantenere intatto questo quadro di serenità. «Non lo conoscevo, l'ho incontrato per caso questa sera mentre facevo l'autostop a Montecatini. Mi ha soltanto dato un passaggio», dice l'ex entraineuse al sostituto procuratore della Repubblica di Lucca, Antonio Del Forno. Ed è su questa dichiarazione che si aprono i primi dubbi. Perché mai Giacco avrebbe dovuto uccidersi? E' possibile allora che qualcuno lo abbia raggiunto e, usando la sua stessa pistola, abbia premuto il grilletto? Non ci sono testimoni. Carmine Donadio è irreperibile, ma assai noto alla giustizia. Da pochi mesi aveva finito di scontare una pena per reati di droga; il fratello Felice, del quale l'altra sera voleva rivendicare l'onore, ha un curriculum ancora più corposo. Sfuggito alla polizia nel novembre scorso a seguito di una perquisizione in un appartamento di Massa Rosa (Lucca), dov'erano stati rinvenuti considerevoli quantitativi di droga e armi, era inseguito da un mandato di cattura internazionale. Due mesi fa l'arresto in Germania e l'estradizione. Di fratelli Donadio ce ne sono altri due, anch'essi pregiudicati, con interessi nel giro della malavita toscana. Bische, droga, prostituzione. Il giro d'affari è grosso, note le conflittualità tra bande. E' possibile che, oltre all'onore di Felice, ci fossero in gioco ben altri interessi da difendere. Donatella Bartolini Accanto al cadavere c'era la sua pistola ma restano i dubbi Il ricercato è ruggito Il cadavere di Giovanni Giacco al volante della sua auto come è stato ritrovato poco dopo il ricovero in ospedale di Milva Fabbri (a fianco) [FOTO CUFFARO]

Luoghi citati: Germania, La Spezia, Lido Di Camaiore, Lucca, Montecatini, Napoli, Viareggio