L'esercito sbarca sui monti prigione di Farouk di Vincenzo Tessandori

L'esercito sbarca sui monti prigione di Farouk I soldati saranno impiegati anche per la protezione civile contro gli incendi estivi che flagellano l'isola L'esercito sbarca sui monti prigione di Farouk Quattromila alpini sorveglieranno il regno dell'Anonima sarda MAMOIADA DAL NOSTRO INVIATO E ora è arrivato l'esercito, 1800 alpini della brigata Taurinense e del battaglione Susa per il momento, ma presto i militari inviati qui in Sardegna saranno 4 mila perché tanti, si pensava, sarebbero stati utili per aiutare in qualche modo le ricerche di Farouk Kassam. «Mille occhi vedono meglio di cento», aveva sottolineato il generale Danilo Mambrini, comandante della regione militare sarda. Sono arrivati tardi, il piccolo è già tornato libero, ma non c'è che da rallegrarsi per questa cosa. Non sarà però un'iniziativa inutile o sterile, dicono gli ufficiali, e il generale Mambrini ha già sottolineato come «avere una cintura militare a ridosso delle zone turistiche potrebbe essere una garanzia. Per esempio sotto il profilo della protezione civile: non va dimenticato che in due estati son morte 18 persone per gli incendi». L'operazione «Forza paris» ha preso il via ieri e, secondo i piani, andrà avanti fino all'autunno inoltrato. Le prime 328 penne nere sono sbarcate al porto di Cagliari alle 7 dal traghetto «Maior», affittato dallo stato maggiore, gli altri son stati portati dai G22 della 46a aerobrigata di Pisa. Eppoi, camion, jeeps, cucine da campo. L'armamento e quello personale. In colonne sono risaliti fino alle campagne di Fonni, Oliena e Mamoiada. Poi andranno anche a Orgosolo. E sarà un azzardo, certo calcolato, perché le divise non sono ben accette nella «capitale del silenzio» dove ci si ricorda ancora dei «baschi blu» della Celere. Paese silenzioso ma inquieto: con il tritolo, di recente, è stata fatta saltare la caserma in costruzione dei carabinieri, danneggiato assai seriamente anche il Comune e proprio ieri notte son stati bloccati due teppisti che avevano fatto un raid nel centro handicappati e bruciato un'auto dei vigili urbani. I soldati non si fermeranno in tutta la Barbagia, per esempio, tralasceranno Desulo: ragioni di opportunità: due anni or sono una banda di teppisti armati di fucile aggredì due paracadutisti inglesi che stavano facendo un corso di sopravvivenza. Finì male, per i teppisti. I due «Rambo» reagirono e strappato il fucile al ragazzotto lo freddarono. Ma gli alpini non hanno timori. Ha garantito Alessandro Zucca, che è un sergente maggiore nato a Nureci, in provincia di Oristano: «Siamo venuti per un normale addestramento e il nostro lavoro si svolgerà in zone bellissime e in mezzo a gente che ci stima»». La vicenda del piccolo rapito non è ancora finita. Come uno spettatore arrivato in ritardo nello stadio affollato, Graziano Mesina si fa largo coi gomiti e ora conferma, in un memoriale pubblicato da «Gente», di essere lui il protagonista della liberazione di Farouk, 8 anni, per 177 giorni in mano ai briganti. Die¬ tro lauto compenso racconta: «Ora posso dirlo in tutta tranquillità e senza timore di smentite: sono stato io a far liberare il bambino, a consentirgli di tornare a casa sano e salvo perché ho agito da intermediario fra i banditi e la famiglia su incarico specifico dei signori Kassam». Tutti, nei prossimi giorni, saranno ascoltati dai giudici. Anche Fateh Kassam, «Fateh il duro». Vincenzo Tessandori

Persone citate: Alessandro Zucca, Danilo Mambrini, Farouk Kassam, Fateh Kassam, Graziano Mesina, Kassam, Maior, Mambrini