Ai camalli ribelli si chiedono i danni

Ai camalli ribelli si chiedono i danni La causa dell'armatore discussa a ottobre Ai camalli ribelli si chiedono i danni GENOVA. Il console dei camalli genovesi Paride Batini deve rifondere di tasca propria il danno arrecato alla compagnia di navigazione «Tarros» per avere impedito, con uno sciopero, lo sbarco dei container della società il 17 e il 23 giugno scorsi. E' questa la richiesta avanzata dai legali dell'armatore Bruno Musso al presidente della sesta sezione del Tribunale civile Michele Marchesiello. «Tutto questo è risibile - afferma Alessandro Ghibellini, il difensore di Batini -. E' come volere fare causa a Bruno Trentin o a Del Turco per uno sciopero indetto dalla Cgil, ad esempio, tra i ferrovieri». Ma i legali di Musso, gli avvocati Giuseppe Conte, Marcello Maresca e Jimmy Giacomini, non mollano e ritengono responsabile dell'aggravio dei costi subiti dalla «Tarros» sia la Culmv (la compagnia unica lavoratori merci varie) che il suo leader. «Per certi versi è amena l'attribuzione di responsabilità al console - insiste Ghibellini quasi che una sola persona, pur nell'autorevolezza della carica che ricopre, possa impedire l'attracco di una nave». La battaglia a tutto campo fra Bruno Musso e Paride Batini ha un unico obiettivo: il monopolio del lavoro portuale che l'articolo 110 del codice della navigazione affida alla Culmv. L'armatore cerca di scardinarlo, forte di una sentenza della Corte del Lussemburgo che, a parere dei suoi legali, abolisce la «riserva» di lavoro protetta dalla norma del codice della navigazione. Il con¬ sole contrattacca con il blocco dei traghetti. Uno spiraglio, però, recentemente si è aperto: uno sbarco di container è stato fatto con perr^nale Culmv e in autoproduzione dalla «Tarros». Ma non si è arrivati ancora all'accordo definitivo. De) resto la sentenza della Corte comunitaria che Musso sbandiera ha già avuto una diversa interpretazione dallo stesso presidente del Tribunale civile, il qualle ha scritto in una sua ordinanza che quella sentenza «non contiene alcuna affermazione esplicitamente o anche implicitamente abrogativa dell'articolo 110 del codice dela navigazione e del relativo sistema della riserva del lavoro portuale». Il neo-ministro della Marina mercantile, Tesini, ha cercato di aggirare l'ostacolo con una sua circolare. Il Cap l'ha fatta propria, ma Batini ha detto: «E' carta straccia». Ai margini del problema di fondo, che avrà bisogno di essere regolato da una nuova legge, sta questa richiesta di risarcimento danni che per la prima volta in Italia chiede a un leader sindacale di mettere mano al portafogli perché convincendo i lavoratori a incrociare le braccia ha prodotto un aggravio di costi all'imprenditore. Nel caso specifico la motonave «Vento di Levante» della «Tarros» era stata costretta dirigersi sul porto di La Spezia per sbarcare i container. Il Tribunale si è riservato di decidere e ha rinviato la causa al 15 ottobre prossimo. Attilio Lugli

Luoghi citati: Genova, Italia, La Spezia, Lussemburgo, Musso