«Processo a De Michelis e Bernini»

«Processo a De Michelis e Bernini» «Processo a De Michelis e Bernini» Chieste a Roma ffi'autorizzazióni dprócedefe VENEZIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Sono partite per Roma le richieste di autorizzazione a procedere dei giudici veneziani nei confronti dei quattro parlamentari coinvolti nell'inchiesta delle tangenti. Per l'ex ministro degli Esteri, Gianni De Michelis, deputato, e l'ex ministro dei Trasporti, Carlo Bernini, senatore, le informazioni di garanzia parlano di concorso in corruzione e violazione della legge sul finanziamento pubblico dei partiti: in qualità di capi delle due correnti venete che si sarebbero spartite non meno di 8 miliardi di tangenti. Per il segretario amministrativo della de, Severino Citaristi, senatore, vale solo la seconda ipotesi di reato: in quanto cassiere dello scudo crociato, avrebbe incassato denaro non registrato per far avere appalti a un'impresa, la CCC di Musile di Piave, che afferma di avere versato 50 milioni «in nero». Per Vincenzo Galuppo, deputato, l'ex portaborse del segre- tario regionale socialista Angelo Cresco, infine, l'accusa è di ricettazione: avrebbe riscosso 230 milioni dai Maltauro, frutto di una tangente non trattata personalmente. Gli ex ministri socialista e democristiano hanno più volte protestato la loro totale estraneità, dichiarando fiducia nella giustizia, ma altresì contestando il teorema che vuole i loro due gruppi politici legati indissolubilmente nella divisione delle bustarelle: quella che De Michelis ha definito «una cupola frutto di invenzioni fantasiose quanto infondate». Il senatore Citaristi, attraverso i propri legali, ha fatto sapere che «l'unico interessamento per la CCC, del tutto lecito, consiste in una lettera nella quale chiede al ministro per il Mezzogiorno, Calogero Mannino, che vengano finanziate per 40 miliardi le opere per il completamento dello schema acquedottistico Basento-Camastra, iniziate con l'emergenza idrica del 1982». Ma ci sono i due imprenditori Alessandro e Renzo Merlo che affermano il contrario. Quanto a Galuppo, nel suo caso sono le dichiarazioni dei due imprenditori vicentini Enrico e Giuseppe Maltauro a metterlo in difficoltà. Le richieste dei giudici sono corredate da tre grossi faldoni di documenti, per lo più intercettazioni telefoniche e verbali di interrogatorio, che dovranno essere esaminati prima che sia presa una decisione sul conto dei 4 parlamentari. A questo punto, la palla passa alle giunte per le autorizzazioni a procedere di Camera e Senato. I magistrati veneziani dovrebbero avere quasi completato il loro lavoro. Rimane qualche interrogatorio da fare. La prossima settimana toccherà al braccio destro di De Michelis, Giorgio Casadei, come egli stesso ha richiesto. Frattanto, il Tribunale della Libertà è chiamato oggi a decidere sulla sua istanza di scarcerazione. Domani sarà la volta del presidente della Giunta regionale, Franco Cremonese, doroteo vicino a Bernini, che a sua volta ha chiesto di essere scarcerato, vedendosi opporre dal giudice Felice Casson un rifiuto, con la motivazione che sono in corso accertamenti fra i dipendenti regionali, cioè suoi dipendenti, dunque le indagini potrebbero correre rischi d'inquinamento. Resta in carcere anche l'altro braccio destro coinvolto, quello dell'ex ministro dei Trasporti, Franco Ferlin, l'uomo da più tempo in carcere per questa inchiesta veneta. Mario Lollo Dall'inchiesta sulla corruzione in Veneto stessa proposta per altri 2 onorevoli coinvolti Citaristi (de) e Galuppo (psi) GII ex ministri Gl'anni De T Michelis (a sinistrale Carlp Bernini-' ài

Luoghi citati: Camastra, Musile Di Piave, Roma, Veneto, Venezia