Vacanze sicure, si può
Vacanze sicure, si può Troppi incidenti: come diminuire i rischi nei lunghi viaggi del grande esodo estivo Vacanze sicure, si può //primo vero nemico è la fretta Dopo le lunghe serie di weekend (non così affollati come in passato per colpa - o merito - del tempo inclemente) siamo arrivati alla vigilia delle grandi vacanze annuali. Quando, sole o pioggia, saremo tutti sulle strade (almeno 20 milioni di vetture, moto, autobus), purtroppo negli stessi giorni e nelle stesse ore e nelle stesse strade e autostrade. Per la maggior parte delle famiglie il momento fatidico dell'«esodo» scatterà con la chiusura delle fabbriche e delle attività lavorative in genere. Il grande flusso si esaurirà abbastanza in fretta, per poi ripetersi in senso inverso a fine vacanza. Questione di fondo: la sicurezza. Perché sulle strade delle vacanza gli attentati alla sicurezza significano molte cose: il rischio di tamponamenti, il colpo di calore o di sonno, la fretta (una volta tanto completamente ingiustificata) che induce a commettere imprudenze, la più o meno voluta inosservanza di norme e divieti eccetera. L'argomento, che ritorna puntualmente ogni anno di questi tempi, può sembrare scontato, fino a suscitare insofferenza. Se lo riproponiamo è quanto meno a beneficio dei neo-automobilisti che per la prima volta affrontano una situazione del genere. LA PARTENZA. La prima regola di carattere generale riguarda il programma e il calendario dei giorni e delle ore più favorevoli per mettersi in strada: evitare, se possibile, il primo giorno delle vacanze «ufficiali» e le prime ore della giornata. Quando possibile, sarebbe opportuno scegliere un almeno parziale itinerario alternativo a quello consueto (specialmente se autostradale), cioè su arterie statali o provinciali. DURANTE IL VIAGGIO. Evitare, a mezzogiorno e a sera, pasti troppo abbondanti, bevande alcoliche o troppo gelate. Meglio spuntini leggeri anche se frequenti. In mancanza dell'impianto di aria condizionata, limitarsi all'aerazione fornita dalle apposite bocchette di bordo. L'IPNOSI. E' quello stato di torpore che può assalire dopo qualche ora di guida, specie nelle ore calde, provocato, oltre che dalla stanchezza, dall'ingestione di cibi pesanti. Per combatterne l'insorgenza, chiedere ai compagni di viaggio di parlare ad alta voce (l'autoradio accesa non aiuta, anzi: la musica può essere un sonnifero). Meglio di tutto fermarsi dove è possibile, scendere e sgranchirsi le gambe. MARCIA IN COLONNA. Non fare affidamento sulle proprie capacità di guidatore, ma si tengano sempre presenti i possibili errori altrui, come improvvise frenate, deviazioni da una corsia all'altra senza preavviso, sorpassi imprudenti. Perciò: occhi aperti e molta attenzione a mantenere la distanza di sicurezza. GALLERIE. Costituiscono sempre un autentico salto nel buio: all'interno ci si può imbattere in un altro veicolo fermo in panne o a un sorpasso a bassa velocità. E' opportuno ricordare che in una galleria scarsamente illuminata, per abituare gli occhi alla caduta di luce occorrono da 2 a 4 secondi, cioè, alla velocità di 100 km orari, almeno 70 m prima di recuperare una visione corretta. Perciò, imboccando un tunnel, ridurre la velocità. AQUAPLANING. E' il fenomeno che si può manifestare durante o dopo un temporale, e comunque quando sul fondo stradale si è depositato uno strato di acqua. Quando l'aquaplaning si innesca, la vettura sembra voler decollare: il guaio si manifesta all'improvviso, specie quando si incontra un avallamento, anche minimo, dove il velo d'acqua è più alto. In questo caso i pneumatici anteriori perdono aderenza e per qualche attimo si può perdere il controllo. In tal caso non tentare correzioni di volante, ma anzi tenerlo ben saldo, così da riprendere il contatto con l'asfalto avendo le ruote perfettamente diritte. Piccoli suggerimenti per non compromettere le vacanze proprio quando sono a portata di mano. Al ritorno a casa si ripresenteranno gli stessi problemi, ma c'è tempo per pensarci, e magali per dimenticarsene. Ferruccio Bernabò Se piove attenzione alle perdite di aderenza (aquaplaning) e assicurare in maniera corretta i carichi sul tetto mmmmmm
Persone citate: Ferruccio Bernabò
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