Napoli e Torino partenza col rischio di Roberto Beccantini

Napoli e Torino partenza col rischio Il sorteggio di Ginevra regala un facile esordio alle altre quattro formazioni italiane Napoli e Torino partenza col rischio Tra Rai e Fininvest ancora dispetti GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO Passeggiata del Milan, in Slovenia o in Estonia, ma diamo tempo al tempo; gita della Juventus a Cipro; missione facile facile del Parma a Budapest e della Roma a Innsbruck. Se non fosse per il Napoli, atteso a pie fermo dal Valencia, e per il Toro, che ha pescato il Norrkoeping, scriveremmo che è stata una pacchia. Gli spagnoli hanno sangue caliente. E gli svedesi, specie al primo turno, sono capaci di tutto: anche di eliminare l'Inter dalla Coppa dei Campioni (Malmoe 1989-'90). Però ha ragione Matarrese: «Non cerchiamo scuse, sono stati fatti tali e tanti investimenti che devono per forza tradursi in risultati. Dirigenti, giocatori: non voglio alibi». Sorteggio movimentato, sin troppo. Dalle proteste dei croati esclusi («siamo stati presi in giro») al pasticcio delle fasce Uefa, tutte sbagliate, ennesima prodezza dei cervelloni in grigio. Dal misterioso blitz di Boniperti, piombato a Ginevra martedì sera e ripartito ieri mattina, con Bendoni, in largo anticipo sul rito dell'urna: «Sono qui soltanto per salutare i dirigenti dell'Uefa e altri amici», la giustificazione. Dall'intreccio pan-tedesco nella Coppa delle Coppe, subito Werder Brema contro Hannover, va bene che l'Hannover non era testa di serie, ma insomma. L'Uefa guarda avanti, e se ne frega. Reso omaggio ai vincitori dell'ultima stagione (Barcellona, Werder, Ajax, Manchester United), Johansson, presidente, e Aigner, segretario generale, si dedicano al marchio, nuovo di zecca, della fase finale della Coppa Campioni, pomposamente ribattezzata Champions Leagùe. Uno smaccato invito a non battere la strada, a questo pujito legalmente pericolosa, di un campionato alternativo. Tanto ci hanno già pensato lor signori, sempre più votati al business, dopo averne deprecato, per anni, l'influsso nefasto. Intanto, Rai e Fininvest continuano a pizzicarsi. Armistizio sino a novembre, quando scat-, teranno le «poules» della Coppa Campioni, già requisite da Berlusconi alla modica cifra di 20 miliardi (24 partite, Milan compreso: se ci sarà). In campo, Evangelisti (Tgs) e Gandini (Rti). Risultato del primo turno, Rai quattro Fininvest due; nel dettaglio: andata, Milan, Juve, Parma e Napoli Rai, Torino e Roma Fininvest; ritorno, Juve, Torino, Roma e Napoli Rai, Milan e Parma Fininvest. Ma non è finita qui. Oggi a Roma si riunisce il consiglio d'amministrazione della tv di Stato. Strategia cercasi: «entrare» a suon di miliardi nel giardino berlusconiano della Coppa dei Campioni oppure ripiegare in buon ordine e dedicarsi a Coppa Uefa e Coppa Coppe? Sempre che, beninteso, non sia la Fininvest a sferrare il contrattacco, fatte salve le esclusive «nazionali» delle squadre italiane, tutte Rai. Ci sono trasferte che fanno gola: quelle della Juve, per esempio. Detto della jella tedesca, Stoccarda-Leeds dopo il derby fra Werder e Hannover, non resta che accennare alla stizza del Napoli (Russo, dirigente: se ci avessero lasciati nel gruppo «sbagliato», al posto del Valencia avremmo beccato maltesi o romeni) e alla pacatezza degli altri. Ramaccioni e Taveggia (Milan): Lubiana e Tallinn per noi pari son, ma vedrete che ci toccheranno, gli sloveni. Boniperti junior (Juve): «Papà voleva Cipro, sarà fiero di me». Moggi (Torino): avviso ai naviganti, siamo più forti che mai. Pedraneschi (Parma): non mi lamento, anzi. A Budapest, se proprio l'Ujpest ci tiene, giocheremo di giovedì, ma non di martedì. Pasquali (Roma): il calcio austriaco è passato di moda, evviva l'Innsbruck. Ultime notizie sulla commissione arbitri: sale Casarin, scende Lanese. Che il presidente Matarrese sia rinsavito tutto a un tratto? Roberto Beccantini Baggio (a sinistra) e Scifo (a fianco) prima di incontrarsi in campionato dovranno fare i conti con ciprioti e svedesi