La «ricetta» di Santaniello Più pubblicità alla stampa
La «ricetta» di Santaniello Più pubblicità alla stampa La relazione del garante dell'editoria alla Commissione della Camera La «ricetta» di Santaniello Più pubblicità alla stampa RONA. «Assicurare un adeguato lusso pubblicitario» alla carta stampata: è questa, seconio il garante per l'editoria e la radiodiffusione Giuseppe San.aniello, una delle soluzioni più /alide per superare la situazione di crisi dell'informazione scrita. Nella relazione tenuta oggi alla Commissione cultura delh Camera, sull'attuazione delh legge Marami e sullo stato delteditoria, Santaniello ha forrito alcuni dati relativi agli «elenenti di stasi» che hanno camteri zzato la diffusione dei gionali negli Anni 90 dopo la fasedi espansione del decennio preadente. Dtun tasso di crescita che fino atre anni fa era sopra il 2-3 per ento l'anno, «ora - ha detto Santmiello - ernesto è sotto l'I per cento. I quotidiani sono a quoti 6 milioni e 800 mila copie vendite al giorno». Citando il receite rapporto della Fieg sui fattoi negativi che agiscono sullasarta stampata (tra cui la distruzione attraverso le sole edicce e il surplus di pubblicità televnva), il garante ha sottolineai come «occorra apprestare^ rimedi, poiché lo sviluppo e 1 vitalità dell'informazione scitta sono elementi essenziali ier il corretto svolgimento del crcuito democratico». Asicurare più pubblicità alla cartastampata, ha sottolineato Santniello, non significa «corrìrimere le esigenze di ri- sorse finanziarie» dei media elettronici, ma dar luogo a un equilibrio che sia rivolto a una finalità di interesse generale. La «via più lineare» indicata dal garante per conseguire questo obiettivo sono gli «accordi fra le parti interessate: stampa, radiofonia, televisione», sia pubblica che privata, nazionale e locale. Nell'itinerario attuativo in via amministrativa della Mammì, il garante ha ricordato la necessità di un altro adempimento, e cioè la modifica della convenzione Stato-Rai. In base all'attuale convenzione, ha osservato Santaniello, la Rai gestisce in termini tecnici sei reti radiofoniche (tre in onda media e tre in modulazione di frequenza). Ciò mentre la legge 223 assegna alla concessionaria pubblica il controllo di tre reti televisive e tre radiofoniche. La Rai è oggetto della relazione di Santaniello anche nella parte della relazione che contiene suggerimenti sull'integrazione della legge Mammì: per il servizio pubblico occorre una riforma legislativa. La legge 223 riserva infatti solo tre norme alla riorganizzazione della Rai, sulla durata del consiglio di amministrazione, per la tutela di opere comunitarie e nazionali e il canone. La riforma dell'azienda radiotelevisiva pubblica, sempre secondo Santaniello, dovrebbe contemplare quattro aspetti: il riassetto delle strutture; la razionalizzazione dei controlli; la disciplina delle risorse finanziarie (a tale proposito nella relazione al Parlamento dell'aprile scorso Santaniello aveva proposto migliorie al canone e l'abolizione del «tetto» pubblicitario oppure un suo adeguamento); le risorse tecnologiche. Sempre in tema di integrazioni alla legge 223, il garante ha insistito sulla necessità di un completamento della normativa relativa ai cosiddetti «new media», tra cui la tv via satellite e la «pay per view». In alto Giuseppe Santaniello Accanto il ministro Maurizio Pagani
Persone citate: Giuseppe Santaniello, Mammì, Maurizio Pagani, Santaniello
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