Undici casse in cerca di holding di Bruno Gianotti
Undici casse in cerca di holding Si ferca un'intesa sul progetto di una finanziaria comune con quote di minoranza Undici casse in cerca di holding Oggi il vertice per il polo creditizio del Pierri/onte TORNO. La prima verifica è già fissat» Giovedì 16, i presidenti delle 1 Casse di risparmio piemontsi torneranno da Enrico Filippi, residente della Crt, per riferirei loro gradimento sull'ultima ipjtesi: siglare un «patto di minoanza» e costituire la prima holdiig bancaria fra gli istituti di rispartiio della regione. L'ida è nata quindici giorni fa, conteipraneamente al «requiem» che hivanificato ogni tentativo di dar via ad una holding di maggioranzapon la preordinata ed ovvia egemnia di un istituto, quello torinesesu tutti gli altri. L'idea non aveva incontrato molti favori: non paceva nè ai «piccoli», come la Casa di Asti, «isola» ancora fiera dell sua indipendenza, nè ai «grand» come la Cassa di Cuneo che stivivendo momenti felici, ha buoneprospettive di sviluppo in Liguri e non gradisce l'eventuale suprenazia torinese. Tranontata l'ipotesi di costituire ma supercassa da 4 mila miliarli di capitale e da 30 mila miliarti di raccolta, si lavora ancora s;un progetto di holding, ma di miroranza, senza posizioni for- ti. La legge Amato, accanto allo sdoppiamento delle Casse in Fondazioni e spa che amministrano le loro quote e producono utili, prevede l'accorpamento in gruppi. Un'ipotesi allettante, ma difficile da realizzare in pratica. Sono falliti tutti i tentativi, compreso Acropolis, il progetto maturato dalle Casse di Alessandria, Asti, Biella e Vercelli di costituire con Genova, Savona e Imperia un polo alternativo alla Crt (già alleata, con Saluzzo, Bra, Savigliano, Fossano e Tortona). «Non eravamo contrari a priori - spiega Giovanni Borello, democristiano, presidente dalla Cassa astigiana -, ma, quando abbiamo capito che l'ingresso delle casse liguri ci avrebbe danneggiato, abbiamo detto "no" con chiarezza: l'ingresso in Acropolis, a quelle condizioni, non faceva per noi». C'è la possibilità di entrare nella holdind di minoranza? Borello non si sbilancia: «Certo, in via di principio non abbiamo nulla in contrario. Ma dovranno essere i tecnici a valutare, a mettere a punto i particolari». Se Asti è pronta discutere senza pregiudizi, Alessandria ha qualche difficoltà: «Abbiamo un'alleanza con l'Imi - ricorda il presidente Gianfranco Pittatore (psi), che è legato all'istituto romano da una quota intorno al 18% - dobbiamo valutare la vicenda in consiglio. Saremmo a cavallo se andasse in porto l'accordo fra Imi, Cariplo e Iccri». Il problema è proprio delle piccole Casse di risparmio, strette fra la necessità di tenere il mercato affidandosi alle sinergie e all'uniformità dei prodotti da offrire alla clientela, e il pericolo di vedersi schiacciati da un alleato troppo forte. In Piemonte non c'è soltanto la cassa di Torino a rappresentare un pericolo, in questo senso. Cuneo non nasconde la sua posizione di forza, la scarsa propensione al ruolo di «numero due» (e quindi la facoltà di scegliere tempi e modi delle alleanze), quando sbandiera il suo ruolo di leader della Provincia Granda, i 7.700 miliardi di massa amministrata, le 10 filiali, gli 87 sportelli (secondi soltanto alla Crt), e la forte espansione soprattutto verso la Liguria. Tutti si muovono dunque con grande cautela cercando di tenersi, magari, un asso nella manica. A Vercelli, l'istituto presieduto dal democristiano Dario Casalini è fra i più attenti all'operazioneholding: «Le nostre dimensioni non sono sufficienti per affrontare l'Europa - ripete da tempo Casalini - il costo di un nuovo prodotto è sempre molto alto per una sola Cassa. L'indirizzo di Bankitalia sull'omogeneità regionale ci va benissimo, ma non siamo disposti ad accettare la predominanza di un istituto sugli altri. Di fronte a questa eventualità, potremmo anche rivolgerci altrove». Per gli addetti ai lavori, pronti a tradurre il linguaggio della cassa vercellese, «altrove» significa Piemonte Orientale e Cariplo. Nel timore che la presenza di Crt, oggi, nella holding di minoranza si trasformi, domani, in una posizione di forza, Vercelli sceglierebbe quindi un asse con i lombardi, certa di portare nel suo territorio i benefici che la Cariplo portò a Novara con il suo arrivo. Bruno Gianotti
Persone citate: Borello, Dario Casalini, Enrico Filippi, Gianfranco Pittatore, Giovanni Borello, Granda, Pierri
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