Mostro anche l'ìnterrogatorio è un giallo

Mostro, anche l'interrogatorio è un giallo Firenze, lungo confronto in un luogo segreto tra i giudici e Pacciani, l'agricoltore indagato Mostro, anche l'interrogatorio è un giallo L'uomo stavolta accetta di rispondere agli inquirenti Deve spiegare perché possedeva oggetti delle vittime FIRENZE NOSTRO SERVIZIO Un interrogatorio, o meglio un giallo. Ieri pomeriggio il procuratore capo della Repubblica Piero Luigi Vigna ha sentito Pietro Pacciani, l'ex agricoltore indagato per i delitti del «mostro di Firenze». Un interrogatorio molto atteso da cui si aspetta una svolta decisiva nelle indagini che durano ormai da vent'anni. Ma l'incontro fra il magistrato e l'uomo di 67 anni che ha visto accumulare attorno a sé una lunga serie di indizi, è rimasto un mistero. Pacciani infatti doveva essere interrogato presso la procura della Repubbica, in realtà i giornalisti arrivati all'appuntamento hanno trovato il deserto. Immediatamente si è scatenata la caccia per individuare il luogo dove l'uomo era stato portato. Per almeno un'ora si è ritenuto che potesse essere nell'aula-bunker delle Murate, l'ex carcere nel centro di Firenze dove è stata allestita un'aula per i maxiprocessi. Un'attesa che però è andata nuovamente delusa, di Pacciani e del gruppo degli inquirenti non c'era traccia. Dunque nessuna notizia sulle numerose domande poste a Pacciani e soprattutto sulle sue risposte. I magistrati hanno evidentemente voluto evitare fughe di notizie arrivando, per così dire, a nascondersi con l'indagato numero uno dei 16 delitti che dal '68 all'85 hanno insanguinato le campagne fiorentine. Intorno alle 21,30 l'interrogatorio-fantasma comunque è stato interrotto, dovrebbe riprendere nei prossimi giorni. Si sa solo che Pacciani non si è avvalso della facoltà di non rispondere come era accaduto mesi fa. Ha parlato, ma non si sa cosa abbia detto. Ieri mattina, Ruggero Perugini, capo della squadra antimostro, ha invece fatto un appello a eventuali testimoni dei delitti: «Chi sa qualcosa deve avere la coscienza civica di presentarsi con nome e cognome e raccontarci tutto». Non è un invito generico, ma diretto alla persona o alle persone che negli ultimi tempi hanno fatto arrivare molte segnalazioni anonime, fra le altre cose un pacco con un'asta di molla di pistola avvolta in uno straccio che combacia perfettamente con un pezzo di stoffa trovato a casa di Pacciani. Perugini ha sottolineato che «queste persone devono essere consapevoli che non incorrono in nessun tipo di riprovazione morale per aver taciuto fino ad ora perché siamo consapevoli dell'infinito numero di scrupoli che una persona per bene si pone in casi del genere». Su Pietro Pacciani pesano tutta una serie di indizi, in primo luogo un album da disegno ritrovato nella sua abitazione e che apparteneva a un giovane tedesco ucciso dal mostro nell'83. L'oggetto è stato riconosciuto dai famigliari della vittima durante la trasferta in Germania della Sam. Prossimamente la squadra formata da polizia e carabinieri andrà anche in Francia, dai parenti di altre due vittime (la coppia uccisa nell'85) per mostrare altri oggetti sequestrati a Pacciani e che appaiono sospetti. Ma l'ex contadino deve giustificare anche la presenza di un proiettile calibro 22 nascosto nel suo giardino, un centinaio di milioni murati sotto una mattonella che mal combaciano con la sua figura di «poveraccio» come ama definirsi, vissuto sempre facendo lavori saltuari e addirittura cercando nelle discariche (proprio tra i rifiuti Pacciani sostiene di aver trovato gli strani oggetti rinvenuti nei suoi armadi). L'uomo conosce bene le zone dove sono avvenuti i delitti ed è noto nell'ambiente dei guardoni. Tutti particolari e coincidenze che pesano ormai con forza sulla sua testa. Ma nessuna prova. L'interrogatorio deve far luce su molti di questi indizi, ma per adesso tutto è rimandato. Cosette Spada Appello della polizia all'anonimo che lo accusa «Esci allo scoperto e dicci nitto quello che sai» Pietro Pacciani (a sinistra) e due vittime del mostro, Nadine Mauriot (a fianco) e Jean Kraveicvhili (sopra) La scena dell'ultimo delitto del mostro di Firenze sulle cui gesta omicide indaga da anni il giudice Piero Luigi Vigna (sotto)

Luoghi citati: Firenze, Francia, Germania