Intrigo sudafricano nelle vie dì Londra di Paolo Patrono

Intrigo sudafricano nelle vie di Londra Killer per l'agente segreto passato all'Arie Intrigo sudafricano nelle vie di Londra LONDRA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il controspionaggio britannico ha sventato un attentato contro un ex agente dei servizi di «intelligence» sudafricano rifugiatosi a Londra. L'operazione era stata affidata a una seducente Pamela, capitano del controspionaggio militare e a un suo collega che avevano già preso contatto con una squadra di killer, reclutata nell'orbita dei terroristi nordirlandesi. Sembra la trama di un romanzo di Follet, di Forsyth o di Ludlum con il «traditore» in fuga, la bella, i killers. E' invece l'ennesimo episodio della «guerra segreta» che continua a imperversare nel mondo. Vittima di questo «regolamento di conti» doveva essere un certo Dirk Coetzee, che per cinque anni ha lavorato come agente del controspionaggio militare sudafricano prima di rifugiarsi nello Zambia e cambiare bandiera, diventando simpatizzante dell'Anc. E proprio per il suo «tradimento», Coetzee adesso è tallonato dai killers prezzolati da Pretoria. I suoi ex colleglli sono furiosi per le clamorose rivelazioni che ha già fatto sulle «squadre della morte», composte da agenti dello spionaggio militare e della polizia che spesso si avvalgono anche delle forze di sicurezza dell'Inkatha Freedom Party. Spedizioni punitive nelle «townships», sabotaggi, assassinii: tutto con lo scopo di «destabilizzare» l'African National Congress, di far scoppiare il caos in Sud Africa e sabotare le riforme anti-apartheid. Le rivelazioni di Coetzee avrebbero provato l'esistenza della cosiddetta «terza forza», un corpo separato all'interno delle forze di sicurezza guidato dagli «ultras» razzisti e sfuggito al controllo del governo. E l'ex agente ha anche rivelato i nomi dei suoi «capi», insospettabili comandanti della polizia e dei servizi di sicurezza, politici che sarebbero in realtà i manovratori occulti dei killers. Far tacere un testimone così scomodo è diventato perciò un imperativo per gli agenti della «terza forza» che, dopo un paio di tentativi di assassinio andati a vuoto in Zambia, hanno costretto Coetzee a rifugiarsi a Londra, dove ha chiesto protezione da circa un anno. Ma neanche questa fuga ha scoraggiato gli «ultras» di Pretoria e, secondo l'«Independent», lo scorso aprile sono sbarcati a Heathrow due agenti del controspionaggio militare incaricati di sbarazzarsi del «traditore». Il capitano Pamela Du Randt, una bella donna identificata poi come la segretaria del capo dell'«intelligence» militare, Christoffel Van Der Westhuizen, è arrivata a Londra accompagnata dall'agente Leon Flores e ha preso contatto con un estremista nordirlandese che li ha fatti incontrare con tre membri dei gruppi paramilitari protestanti. Il complotto era già ben avviato quando il controspionaggio inglese è stato allertato da una «talpa» all'interno dei servizi sudafricani. Pamela e il suo compagno sono stati bloccati in un albergo di Londra e caricati su un aereo diretto in Sud Africa. Contemporaneamente, venivano intercettati anche gli ultras nordirlandesi. Le autorità inglesi hanno poi avvisato il governo di Pretoria che naturalmente si è detto all'oscuro di tutto. Paolo Patrono