«Scandalo» agli Uffizi Chiuse metà delle sale di Alberto Ronchey
«Scandalo» agli Uffizi Chiuse metà delle sale «Ministro Ronchey, venga a Firenze» «Scandalo» agli Uffizi Chiuse metà delle sale Le ferie hanno decimato i custodi Lavori per 5 miliardi mai iniziati FIRENZE. «Venga a Firenze per rendersi conto della drammatica situazione della Gallerìa degli Uffizi». Annamaria Petrioli Tofani ha scritto così al neoministro dei Beni Culturali, Alberto Ronchey per chiedere un incontro che affronti l'annoso problema della mancanza di custodi. Gli Uffizi, infatti, in questi giorni sono letteralmente dimezzati. Solo la metà delle sale possono essere visitate dal pubblico. Ieri mattina mancavano all'appello 23 sale su 44. Dopo un'ora o due di fila, i turisti vengono a saperlo grazie a un cartello affisso sull'entrata: «Per mancanza di personale, oggi resteranno chiuse le seguenti sale...», segue la lunga lista che varia di giorno in giorno. La direttrice del museo, infatti, ad ogni inizio turno fa la «conta» dei presenti e in base a questa decide quante sale possono venire aperte. Un problema grave che si presenta ad ogni estate e che quest'anno sta raggiungendo limiti definiti «scandalosi» dai responsabili del museo. Il personale è totalmente insufficiente anche in periodo normale. Con le ferie estive, poi, si arriva all'intollerabile. Su 136 custodi in organico, ieri agli Uffizi ce n'erano solo 66, più 14 «trimestrali» che però la direttrice non può utilizzare come dei professionisti: «I trimestrali - dice Tofani - non sono un rimedio, ci vuole esperienza per sorvegliare l'enorme patrimonio artistico, serve una professionalità che i disoccupati con contratto a termine non hanno». Petrioli Tofani ritiene che proseguendo di questo passo si arriverà a sopprimere il doppio turno agli Uffizi: «Saremo costretti a tenerli aperti solo la mattina». La chiusura delle sale, del resto, riguarda molti altri musei fiorentini, fra i quali la Galleria Palatina, Palazzo Davanzati, il Museo di San Marco. La Soprintendenza ha calcolato che complessivamente, nei 12 musei statali fiorentini mancano almeno 120 persone (attualmente i custodi sono 430) di cui 50 solo agli Uffizi. Ma non solo il ministero non fa nuove assunzioni, addirittura ha bloccato il turn over condannando così a un'inesorabile emorragia di personale. La chiusura delle sale provoca ovviamente vivaci proteste da parte dei visitatori. Anche ieri erano in molti a lamentarsi perché le sale chiuse, pur non essendo le più importanti, contengono comunque opere di enorme interesse per chi ama l'arte. Ieri mattina, per esempio, non si potevano vedere gli artisti del '300 senese con 1'«Annunciazione» di Simone Martini; i ritratti del Perugino; l'«Allegoria Sacra» del Bellini e il Mose del Giorgione. Mancavano all'appello anche Caravaggio, Correggio, i maestri fiamminghi, il Parmigianino, il Veronese, Tintoretto, Rubens e persino la Niobe, il celebre gruppo scultoreo del III-II secolo a. C. La mancanza di personale, che si aggrava di anno in anno, potrebbe dunque portare all'apertura solo mattutina degli Uffizi (al momento sono aperti dalle 9 alle 19) e questo significherebbe un drammatico colpo all'immagine turistica di Firenze e dell'intero Paese. Ogni anno, dal museo più visitato d'Italia (e fra i primi nel mondo) passano circa 1 milione di persone: un introito che solo con i biglietti tocca gli 8 miliardi. Con l'orario ridotto sarebbe impossibile accogliere questa massa enorme di visitatori. Una vera e propria beffa, se si pensa che tre anni fa sono stati assegnati i finanziamenti per il «raddoppio» degli Uffizi che nei progetti dovrebbe diventare uno dei musei più moderni d'Europa, capace di ospitare fino a 18 mila persone al giorno. Ma - nonostanta appalti già affidati, cinque miliardi già versati e annunci gridati sui giornali di tutto il mondo - i lavori non sono mai iniziati. Alberto Ronchey neo-ministro dei Beni Culturali
Persone citate: Alberto Ronchey, Annamaria Petrioli Tofani, Caravaggio, Davanzati, Giorgione, Petrioli Tofani, Ronchey, Simone Martini, Tofani, Veronese
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