E in corsia il Pontefice cambia politica
E in corsia il Pontefice cambia politica FANTATEOLOGIA E REALTÀ' E in corsia il Pontefice cambia politica Nel thriller di Morris West il falco diventò colomba E l'operazione chirurgica cambiò l'anima e le idee del Papa, fino a farlo diventare un altro uomo. Prima falco e poi colomba. Monarca inflessibile e ferreo custode del dogma prima di entrare in sala operatoria; riformatore, pluralista e aperto al nuovo dopo l'intervento e le cure. Il bisturi e il dolore come pedagogia e rinascita interiore per il successore di Pietro. Finzione? Profezia? Fantateologia? E' stato lo scrittore Morris West, mister bestseller da milioni di copie, a raccontarne la trama in un romanzo, Lazzaro, pubblicato due anni fa da Longanesi. Una fiction di ieri che fa pensare alla storia di oggi. Nella clinica assediata da poliziotti e fotografi, il Papa malato affronta i ferri del chirurgo. «Freddo e cianotico, adorno di sonde e di elettrodi venne portato all'Unità di Terapia Intensiva». Le mani del medico tracciano una lunga incisione sul suo corpo, tagliano e cuciono, manovrano pinze e somministrano farmaci. L'intervento dura alcune ore, la Chiesa universale assiste col fiato sospeso. E sotto il riflettore che illumina il tavolo operatorio, fra piastrelle verdi e apparecchiature elettroniche, il vicario di Cristo si affaccia sull'oscuro abisso della morte, per poi uscirne, frastornato e libero, proprio come Lazzaro. Nel Vangelo di San Giovanni, capitolo undicesimo, versetti 39-44, Gesù resuscita il fratello di Mar- ta e Maria che da quattro giorni è morto e tumulato nel sepolcro di famiglia: «Togliete la pietra!». In Lazzaro, il romanzo di West, papa Leone XIV, Ludovico Gadda, Sommo Pastore in un momento di grave crisi del cattolicesimo, supera l'esperienza dell'intervento chirurgico con un'emozione violenta. Entra in sala operatoria come gendarme della fede, chiuso a qualunque idea di riforma: «Aveva nominato, in Europa e nelle Americhe uomini di sua scelta, conservatori, e seguaci della linea dura, ostinati difensori di bastioni superati da tempo, sordi e ciechi a ogni richiesta di cambiamento». E ne esce pentito: «Era l'incubo dell'infanzia a coprire di vergogna Leone XIV e a costringerlo ad ammettere il male che aveva fatto. Era l'ombra del bisturi del chirurgo che gli ricordava che forse non avrebbe mai avuto la possibilità di .rimediare». Il Pontefice ora sa che la Chiesa deve cambiare. E sul lettino della clinica, durante la convalescenza, prende le sue decisioni. Celibato dei preti, controllo delle nascite, teologia della liberazione. Niente sarà come prima e anche il motto di Gregorio Magno, preso a prestito come guida del pontificato finirà al museo: Omnia videre, multa dissimulare, pauca corrigere. Vedere tutto, dissimulare molte cose e poco correggere. Perché questa trama? E' pensabile un riferimento a Wojtyla? Morris West non lo ha mai ne¬ gato: «Sogno una Chiesa più lontana dalla monarchia centralista nata dall'impero romano, ferrea custode di regole sulle quali non cede di un centimetro, una Chiesa più vicina allo spirito e alla carità delle prime comunità cristiane». Romanzo di fantateologia. Con lenti colorate e progressiste. West è australiano, ha 76 anni e buona preparazione teologica. E' di religione cattolica, ha vissuto un periodo fra i 14 e i 26 anni nella Congregazione dei fratelli cristiani d'Irlanda pur senza prenderne i voti, conosce a fondo personaggi e rituali della Santa Sede, alla quale ha dedicato tre romanzi. Con tre Papi immaginari sul trono di Pietro. Papi tormentati come il Gregorio XVII protagonista de I giullari di Dio (Mondadori 1981), impegnato in una partita decisiva con Mosca e Washington in difesa della pace, ma anche alle prese con una Chiesa in ritirata, assediata in Occidente dalla secolarizzazione e da una cultura sempre più ostile: «In quest'epoca siamo tutti condizionati dall'illusione - dice il vicario di Cristo -. Ciò che si vede è ciò che esiste. Eliminiamo i simboli visibili di una solida organizzazione, le cattedrali, le chiese parrocchiali, il vescovo con la mi,tra... e per molti il cristianesimo non esiste più». O Papi pronti alla battaglia. Come Kiril Lakota, il Papa del romanzo Nei panni di Pietro (Rizzoli 1964, dal quale è stato tratto il film L'uomo venuto dal Cremlino con Antony Quinn), la storia del primo Papa venuto dall'Est raccontata con parecchi anni di anticipo prima dell'arrivo di Karol Wojtyla. «Sono il primo slavo che si sia mai seduto sulla cattedra di Pietro, il primo Pontefice non italiano dopo quattro secoli e mezzo, e la curia diffiderà di me - scrive Lakota nel suo diario - . Spero che qualcuno si ricordi di pregare per il Papa». Mauro Anselmo In alto: lo scrittore Morris West A destra : l'attore Antony Quinn in una scena del film «L'uomo venuto dal Cremlino»
Luoghi citati: Europa, Irlanda, Mosca, Washington
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