Vacanze a Torino dopo 58 anni di Marina Cassi

Vacanze a Torino dopo 58 anni Gli emigrati piemontesi in Regione Vacanze a Torino dopo 58 anni Cinquantotto anni lontano dall'Italia, oltre mezzo secolo a coltivare una nostalgia sottile per quel paesino dell'Alessandrino, Morano sul Po, lasciato da bambina per una terra sconosciuta, l'Australia. Adesso Elisabetta Buffa è tornata; è in Italia con una delegazione di 13 emigrati piemontesi nel mondo ospitati dalla Regione Piemonte. Una formula inventata nell'87 per far ritrovare luoghi e memorie dopo decenni di lontananza a chi è anziano o per far conoscere ai ragazzi la terra di nonni e genitori. La signora Buffa parla ancora un piemontese stretto. Per 50 anni ha usato ogni giorno le parole imparate da bambina con genitori, marito e figli; un modo per mantenere le proprie radici. Racconta: «E' stata dura. Avevo 14 anni e siamo finiti in campagna. Abbiamo lavora¬ to tanto». Nel '37 ha sposato Gino Drovandi emigrato da Mantova; ha avuto tre figli. «Per anni mio marito ha tagliato la canna, poi si è impiegato in uno zuccherificio e finalmente nel '65 dalla campagna ci siamo trasferiti a Melbourne». Ormai si sente australiana anche se non cancella dalla memoria il ricordo dell'internamento subito dal marito per un anno e mezzo durante la seconda guerra mondiale. Dell'Italia ritrovata le piace tutto: a Morano sul Po ha rivisto la sua casa. «Ho incontrato le compagne di scuola; mi ricordavo ancora i nomi di tutte». Curiosità e voglia di conoscere la terra di cui nonni e genitori raccontano, hanno spinto i ragazzi del gruppo a venire in Piemonte. Ma per loro la vera appartenenza è quella del paese dove sono nati, vivono, studia¬ no. «Il nostro mondo è a Belo Horizonte. Là abbiamo tutto: casa, amici, lavoro». Bruno. Gamba Ciravegna, 22 anni, non. ha dubbi: lui si sente brasiliano e ama quei luoghi per «la bellezza, la vastità, il clima, il carattere della gente allegro e comunicativo». Anche i genitori (un dirigente Fiat e una docente universitaria emigrati da Torino negli Anni 60) rimarranno a vivere in Brasile malgrado i tanti problemi. Dice Bruno: «In Brasile i politici sono corrotti. Ci sono pochi ricchissimi, un po' di gente media come noi e una massa di poveri. Ma se fosse meglio amministrato potrebbe essere un Paese ricco». A Cristina Borsero, Manuela Fila Vaudana e Orietta Dagasso (figlie di emigrati in Sud Africa) piace dire di essere italiane, ma si sentono sudafricane. «E' un posto bellissimo, con tanto spazio, tanti animali e tante opportunità di carriera». Hanno convissuto per tutta la loro giovane esistenza con il razzismo e la segregazione della maggioranza nera. Negli ultimi tempi respirano la preoccupazione dei bianchi: «Molti italiani sono già tornati; ma noi non torneremo. Il Sud Africa per noi è casa». Marina Cassi I figli degli emigrati riscoprono la terra dei nonni ma ammettono «La nostra casa è altrove»

Persone citate: Ciravegna, Elisabetta Buffa, Gino Drovandi, Manuela Fila Vaudana, Orietta Dagasso