La corsa alla sala nuova

La corsa alla sala nuova Altri mille metri quadri a Palazzo Carignano: a chi vanno? La corsa alla sala nuova Braccio di ferro nella sede sabauda Una sala di mille metri quadrati nel cortile di Palazzo Carignano. Un'opera di moderna architettura con soluzioni tecniche arditissime firmate dall'architetto Andrea Bruno che ha seguito da vicino anche il resto dei restauri dell'edificio guariniano. I lavori avanzati sono stati presentati ieri ad un folto gruppo di personalità nell'ambito dei programmi delle Sovrintendenze le quali tendono a segnalare che qualcosa si fa, nonostante la scarsità di mezzi. Ma con Palazzo Carignano la mano pubblica è stata generosa perché il progetto vale una trentina di miliardi, in gran parte stanziati. Con questi quattrini si è ridata alla dimora sabauda l'originaria dignità: ripristinando stucchi e affreschi, mobili e rivestimenti lignei che sono preziosi e bellissimi. Poi sono state costruite scale, aperti accessi, messo a norma gli impianti. Infine il buco nel cortile coperto dalla struttura nuovissima su cui verrà posato uno strato di sabbia e ciottoli di fiume. I lavori hanno anche dato modo a studiosi che si muovono nelle strette maglie di quella nuova scienza che si chiama archeologia urbana di rilevare su uno strato di una decina di metri di profondità cosa è accaduto nei secoli. E' affiorata, racconta Fedora Filippi che ha coordinato la ricerca, una necropoli con 23 tombe risalenti all'epoca roma- na imperiale. Tombe con relativi corredi funebri. La necropoli era esterna al confine della città fortificata. Di epoca medievale non s'è trovato nulla, importanti invece i reperti che segnalano sistemi di fortificazione eretti tra Cinque e Seicento: un terrazzamento sopra uno strato di depositi alluvionali, su cui sorse l'edificio che ancor oggi vediamo. Bene: a distanza di trecento anni Palazzo Carignano si dota di nuovi spazi interni ed esterni e apre un paradossale contenzioso tra i vari inquilini. Immaginatevi un condominio dove aumentano gli appartamenti mentre gli inquilini devono re¬ stringersi in stanze sempre più anguste. Qui coabitano infatti la Sovrintendenza dei beni artistici e storici (di cui è titolare la dottoressa Sandra Pinto che ieri ha fatto gli onori di casa), il Museo del Risorgimento (rappresentato dal presidente Franzo Grande Stevens e dalla direttrice Cristina Vernizzi), alcuni circoli culturali. Le competenze spaziano dal ministero al Comune, alla Regione (l'avvio dei restauri si deve al compianto presidente Aldo Viglione) e la Regione dovrebbe gestire i 500 posti (o mille metri quadrati) della nuova struttura sotterranea. Dovrebbe quanto meno arredarli (con quali risorse? con quali fi- ni?) ma la destinazione d'uso spetta alla sovrintendenza ai beni architettonici. Ognuno poi vorrebbe per sé una parte dei locali rifatti: per usarli come? Insomma va a finire che in mezzo alla città avremo una sala forse inutilizzata. E' un aspetto sottolineato da Grande Stevens. Il quale si è chiesto se non è il caso che qualcuno, in tempi rapidi, privato e pubblico si diano da fare perché la sala non diventi una piccola cattedrale deserta. Perplessi per problemi non risolti i dipendenti, che anche ieri hanno protestato con un volantinaggio. Pier Paolo Benedetto L'aw. Franzo Grande Stevens

Persone citate: Aldo Viglione, Andrea Bruno, Cristina Vernizzi, Fedora Filippi, Franzo, Franzo Grande Stevens, Grande Stevens, Pier Paolo Benedetto, Sandra Pinto