Muore dopo il pugno di «Gullit» di Ezio Mascarino

Muore dopo il pugno di «Gullit» Aggredito di notte ai Murazzi, cade e batte la testa: preso il marocchino Muore dopo il pugno di «Gullit» Picchiato perché aveva difeso una ragazza Parla con un filo di voce del figlio che le hanno ucciso: «Di là, in cucina, c'è mio nipote, ha nove anni e non sa ancora nulla». E mentre racconta mostra i quadri appesi nell'ingresso e nel salotto: «Queste opere continuano a parlarmi di lui». Enzo Carabetta, 41 anni compiuti lo scorso giugno, era un artista: pittore e scultore. E' morto domenica notte, al centro di rianimazione delle Molinette. Era stato aggredito e percosso da un extracomunitario, pochi giorni prima, ai Murazzi. L'assassino è stato identificato, arrestato dagli agenti del commissariato Dora Vanchiglia per omicidio preterintenzionale. Sabina Carabetta, 65 anni, anche lei pittrice, racconta che lunedì sera della scorsa settimana, Enzo era uscito di casa: «Aveva alcuni appuntamenti». E' tornato tardi, verso le 2. «L'ho sentito chiudere la porta, ha acceso la tv. Mi sono alzata gli ho chiesto se aveva bisogno di qualcosa. Era taciturno, è andato a letto. Poco dopo un tonfo, sono andata in camera sua. Era a terra, svenuto. Ho chiamato un'ambulanza». Enzo Carabetta è stato ricoverato all'ospedale Giovanni Bosco. Ai parenti ha mormorato: «Ho male, ieri sera sono stato percosso da un extracomunitario. Mi ha spinto, sono caduto battendo malamente la testa». Era grave, un trauma. I medici: «Non possiamo operarlo». La mamma ricorda che qualcuno aveva ipotizzato di portarlo in elicottero in un altro ospedale, fuori Torino: «Poi si è creato un posto alle Molinette». E lì Enzo Carabetta è stato trasferito. «Ha perso quasi subito conoscenza, ma nei momenti di lucidità ha ancora parlato di quel ragazzo, dai capelli lunghi, che 10 aveva aggredito». Sabina Carabetta racconta di quella breve agonia alle Molinette: «Chiedevo notizie ai medici e loro mi dicevano che bisognava sperare. Ma li vedevo: mentre si allentavano nel corridoio scuotevano la testa. E ho capito che non c'era più nulla da fare». Carabetta è morto domenica scorsa, il 12, nella notte. Ancora la mamma: «Il suo viaggio è finito in quella corsia; lui che amava così tanto viaggiare ed era stato in mezzo mondo. Vede 11 suo ultimo dipinto? Un santo che strappa un bambino dalle acque agitate; il cielo è però scuro, minaccia tempesta. Povero Enzo, forse se lo sentiva di dover morire». La magistratura ha aperto un'inchiesta. E le indagini sono state affidate ad un giovane funzionario, il dottor Eugenio Spina che dirige il commissariato Dora Vanchiglia. Per due giorni, assieme agli ispettori Velli e Sforza, ha indagato ai Murazzi. Ieri il marocchino che aveva percosso Enzo Carabetta è stato identificato, arrestato: Mustapha El Kobli, nato a Casablanca, 26 anni fa, senza fissa dimora. E' soprannominato «Gullit», per i suoi capelli neri e ricci, lunghi sulle spalle, come il calciatore rossonero. Nel rapporto inviato alla magistratura, il dottor Spina ricostruisce quella notte. Carabetta era sceso ai Murazzi con un'amica, per fare una passeggiata. Hanno superato un gruppo di extracomunitari, uno di loro ha rivolto in arabo parole pesanti alla ragazza. Carabetta ha capito («Conosceva "'arabo», dice la mamma), e ha reagito. Un litigio. «Gullit» lo ha affrontato alle spalle, uno spintone, lo ha gettato a terra. Sabina Carabetta parla del figlio, quando era ragazzo: «Finite le medie ha smesso di studiare, aveva la pittura nel sangue. Ha cominciato a dipingere, ha anche fatto sculture in legno. Dopo alcune personali, anni fa ha vinto un premio in una mostra a Milano. Ecco vede la pergamena dietro la porta? E' di quel giorno». La vita con lui non è stata fortunata: «Si è sposato, poi si è separato. Lui e Matteo, suo figlio, sono venuti a vivere con noi». L'alloggio è al secondo piano di via Sant'Ottavio 44, un quartiere ricco di storia cittadina, dove vivono molti artisti. Ancora la mamma: «Stiamo aspettando il permesso dalla magistratura per i funerali. E dovrò trovare parole giuste per dire la verità a Matteo. Per ora gli ho detto che il suo papà si è addormentato e che bisogna fare piano, per non svegliarlo». Ezio Mascarino La vittima Enzo Carabetta (a fianco) e l'aggressore arrestato Mustapha El Kobli. Sopra, Sabina Carabetta, la madre

Luoghi citati: Milano, Torino