La tassa della salute fa un doppio sconto

La tassa della salute fa un doppio sconto IL CITTADINO La tassa della salute fa un doppio sconto UNA buona notizia per due milioni di coltivatori diretti, mezzadri, coloni, artigiani, commercianti e liberi professionisti. D'ora in avanti non dovranno più pagare una quota minima fissa prestabilita di tassa sulla salute, bensì una quota commisurata al reddito effettivamente realizzato nel 1991. Ed avranno anche diritto alla restituzione delle somme indebitamente versate in più lo scorso anno. L'Inps ha, infatti, dato via libera all'operazione-rimborso per circa 700 miliardi di lire in applicazione della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha cancellato il cosiddetto «minimale» della tassa sulla salute, introdotto dall'articolo 5 della legge n. 407 del '90 per l'attuazione della manovra finanziaria '91/'93. I giudici di palazzo della Consulta hanno ritenuto illegittimo che i contribuenti non potessero provare di aver percepito un reddito inferiore al «tetto» minimo fissato dalla legge stessa ai fini del contributo sociale di malattia comunque dovuto. Sinora per agricoltori, artigiani, commercianti, avvocati, procuratori, geometri, ragionieri, medici ed altri liberi professionisti veniva, invece, presunta, ai fini del calcolo della tassa sulla salute, una produzione minima di reddito. Come a dire che anche se avessero conseguito un reddito inferiore costoro erano comunque tenuti a pagare un contributo corrispondente al reddito superiore presunto. Ma il «minimale» fissato per il '91, rispettivamente, in 15 milioni 399 mila 384 lire per artigiani, commercianti e liberi professionisti, mentre in 9 milioni 72 mila lire per i coltivatori diretti, è stato bocciato. Insomma, è stata finalmente ammessa la prova contraria. II «caso» era stato sollevato dal pretore di Lecce su ricorso di un gruppo di giovani procuratori legali. Costoro avevano sospettato di incostituzionalità il meccanismo di calcolo della tassa sulla salute perché, pur potendo dimostrare di aver guadagnato meno di quanto fissato dal «minimale», avrebbero dovuto ugualmente versare all'Inps contributo sanitario superiore al 5% del reddito com- un c riorc plessivo Irpef del '90. L'Inps con una circolare del 10 luglio scorso ha spiegato le modalità per ottenere il rimborso della tassa sulla salute versata in più nel '91. Le domande con l'indicazione delle generalità complete devono essere indirizzate alle sedi Inps territorialmente competenti. I contribuenti interessati dovranno, poi, indicare sotto la propria responsabilità il reddito denunciato ai fini Irpef per l'anno '90 soggetto alla tassa sulla salute per il '91. Per quanto riguarda, invece, il contributo sanitario del '92 la legge prevede due diverse fasce per calcolare la tassa sulla salute. Per i redditi fino a 40 milioni è dovuta l'aliquota del 5 per cento, mentre per i redditi compresi tra i 40 milioni e i 100 milioni l'aliquota scende al 4,20 per cento. Oltre 100 milioni non si deve pagare nulla. Il contributo si versa in base al reddito complessivo Irpef indicato nel quadro N del modello 740 per 11 1991, presentato entro il 30 giugno. La prima delle due rate della tassa sulla salute di artigiani e commercianti scade il 25 luglio, mentre la seconda va pagata entro il 26 ottobre. Con la stessa sentenza n. 256 la Corte Costituzionale, ribadendo i dubbi già espressi in passato sul sistema con cui è stata istituita la tassa sulla salute, ha, tuttavia, lanciato un ultimatum al Parlamento affinché provveda al più presto a riformare il servizio sanitario nazionale. Ma al di là del duro monito al legislatore va, comunque, sottolineato che dal prossimo anno il contributo sociale di malattia verrà inserito nel «740». Lo prevede un regolamento interministeriale predisposto dalle Finanze. Ciò significa che a partire dal '93 il fisco potrà effettuare sulla tassa sulla salute gli stessi accertamenti fatti per le denunce dei redditi. Pierluigi Franz inz

Persone citate: Pierluigi Franz

Luoghi citati: Lecce