Gela ostaggio dei boss sciolto il Consiglio
Gela ostaggio dei boss sciolto il ConsiglioIl prefetto ha mandato 3 commissari Gela ostaggio dei boss sciolto il Consiglio // sindaco: anziché rimuovere le cause lo Stato ha deciso di ammazzarci GELA. Appalti sospetti per oltre 150 miliardi e «condizionamenti» di tipo mafioso in un clima reso incandescente dall'influenza dei boss hanno provocato la sospensione del Consiglio comunale di Gela. Il provvedimento, reso noto dal ministero dell'Interno, era nell'aria da tempo ed è il primo passo verso lo scioglimento. Il prefetto di Caltanissetta Guido Palazzo Adriano ha inviato in municipio tre commissari straordinari. La decisione segue di pochi giorni lo scioglimento del consiglio di Campobello di Mazara in provincia di Trapani e la contemporanea sospensione di quello di Niscemi a 20 chilometri da Gela. Anche in questi due casi il motivo è la mafia, la sua capacità di intromettersi in tutti i settori della vita pubblica, in primo luogo nei Comuni. Gela, con 85 mila abitanti, quinta città della Sicilia, è da anni al centro di lotte tra clan e teatro di delitti e attentati. L'elevato tasso di disoccupazione, per lo più giovanile, alimenta le cosche assicurando loro forze nuove e fresche a basso prezzo. Il sindaco Giuseppe Vitale, un medico de che da circa un mese aveva annunciato l'intenzione di gettare la spugna definendo «ingovernabile» Gela, è amareggiato: «Ammesso che vi siano stati condizionamenti mafiosi, seppure siano stati accertati - dice - appare quanto meno strano che lo Stato, anziché rimuovere le cause, sciolga l'organo elettivo. E' un po' come dire che di fronte a un ammalato grave invece di approntare le cure si decida di ucciderlo». La situazione in municipio era in un vicolo cieco dopo le dimissioni a catena di consiglieri dei vari gruppi. Nei giorni scorsi, 17 dei 40 consiglieri comunali hanno formalizzato la rinuncia al mandato in opposizione agli altri 23 che, rimasti nei loro banchi, lunedì sera avevano tentato inutilmente di formare una «giunta di salute pubblica» per garantire almeno la continuità amministrativa. Un appalto sul piano integrato delle acque, un altro sullo smaltimento dei rifiuti solido-urbani e uno per il nuovo palazzo di giustizia sono da tempo oggetto di furiose polemiche e inchieste giudiziarie come quella su un collettore fognario progettato per una spesa di 15 miliardi ma costato finora 26 miliardi, la metà di quelli giudicati indispensabili dopo varie perizie suppletive, hanno contribuito a rendere incandescente l'atmosfera a Gela. Per il collettore il procuratore della Repubblica Angelo Ventura ha chiesto giorni fa al gip di rinviare a giudizio 14 fra amministratori e funzionari comunali e imprenditori. Antonio Ravidà
Persone citate: Angelo Ventura, Antonio Ravidà, Giuseppe Vitale, Guido Palazzo Adriano
Luoghi citati: Caltanissetta, Campobello Di Mazara, Gela, Niscemi, Sicilia
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