Soldi al pci, ora Mosca fa marcia indietro

Soldi al pci, ora Mosca fa marcia indietro Il giudice Aristov: la storia delle Br è un'invenzione, abbiamo addestrato 19 operatori radio Soldi al pci, ora Mosca fa marcia indietro «Ci interessa solo recuperare il denaro, se non è stato speso» MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Le passioni accese d?.l viaggio in Italia dei magistrati russi che indagano sui «fondi neri» del pcus si sono chetate, ed ecco che il giudice Serghej Aristov, intervistato • dalla Pravda, fa marcia indietro su più di un punto, rispetto alle dichiarazioni infuocate rilasciate in quei giorni di giugno dal procuratore generale russo Valentin Stepankov. I finanziamenti inviati dal Cremlino alle Brigate rosse italiane sono «un'invenzione della stampa locale», e Mosca non pretende più la restituzione dei soldi forniti per anni dal pcus ai comunisti nostrani, a meno che siano ancora depositati intonsi in una qualche banca della penisola. Nella sua prima intervista al quotidiano dell'ex partito comunista dell'Unione sovie¬ tica, il giudice Aristov ribadisce però l'autenticità dei documenti di quello che chiama «l'incartamento italiano»: sono veri, anche se «non possiamo identificare le firme dei politici italiani. Questo è compito dei magistrati italiani». Secondo il giudice, infatti, «il nostro compito non consiste nell'accusare il signor Cossutta o altri leader politici di aver preso soldi dal pcus», ma nell'accertare se quei soldi sono recuperabili. «Se sono stati spesi a scopi politici o anche personali, il caso è chiuso, e noi ritiriamo le nostre pretese - ha detto Aristov - ma se sono rimasti, se vengono conservati "nel salvadanaio" su qualche conto bancario, sotto forma di azioni o preziosi, allora ne chiederemo la restituzione». Per ora, ha detto il giudice, I la Procura è riuscita a recupa- re quattro miliardi di dollari da sei Paesi (Italia esclusa), ma solo grazie al fatto che «non erano stati ricevuti da coloro cui erano destinati». Il grosso, però, si è ovviamente volatilizzato: centinaia di milioni di dollari versati ogni anno a 111 partiti o movimenti politici comunisti di oltre 80 Paesi. Quanto ai finanziamenti alle Brigate rosse, «nei giornali italiani è stato scritto che il procuratore generale russo ha riconosciuto in un'intervista che sì, le Brigate rosse venivano finanziate dalla Piazza Vecchia (il quartier generale dell'ex pcus, ndr). Ma era un'invenzione della stampa locale». Pur negando, Aristov ha tuttavia ripetuto le allusioni già a suo tempo lanciate dal procuratore Stepankov sul conto dei 19 militanti del pei che nel 1974 arrivarono a Mo¬ sca per essere addestrati alle tecniche clandestine: «Stepankov ha detto che ci sono documenti riguardanti solo la preparazione di operatori radio del pei. Non abbiamo idea di cosa si siano in seguito occupate queste persone, o se qualcuna di esse abbia aderito alle Brigate rosse o ad altre organizzazioni terroristiche». Di più. Aristov ha affermato che i nomi dei 19 comunisti italiani in questione non sono stati comunicati ai magistrati romani: «che li cerchino loro», ha detto, aggiungendo che la commissione costituita dal Presidente Boris Eltsin per scavare negli archivi del pcus «ha fatto ì nomi di una serie di dirigenti del pei, che si rivolsero al Comitato centrale del pcus per far addestrare in Urss un gruppo di operatori radio». Lanciato il sasso Aristov, come Pilato, se ne lava le mani. [f. s.l a

Persone citate: Boris Eltsin, Cossutta, Pilato, Soldi, Stepankov, Valentin Stepankov

Luoghi citati: Italia, Mosca, Urss