Anatema sui vescovi mangioni di G. Bec

Anatema sui vescovi mangioni CHIESA ANGLICANA Un delegato accusa: «Così si sono sprecate le offerte di tanti fedeli» Anatema sui vescovi mangioni «Al Sinodo di York si abbuffavano come maiali» Le questioni teologiche languono, il contenzioso gastronomico si infiamma. Al sinodo anglicano di York sono diventati protagonisti con inattesa prepotenza l'insalata russa, i paté di salmone affumicato, i pollami bolliti e fritti, i formaggi freschi, le torte di mele e gli Yorkshire puddings. Con una coda alcolica di bicchierini di gin per tentare di digerire il tutto. La scena è pantagruelica, un ricordo d'altri tempi, con prelati di incontenibile appetito. «Si rimpinzano come maiali, alla faccia dei fedeli e delle loro tasche». Gli inglesi hanno scoperto che nelle antiche sale dell'università di York i 500 delegati della Chiesa d'Inghilterra si permettono - senza apparenti complessi di colpa - pranzi e cene «all'italiana» con tre-quattro abbondanti portate, oltre a sostanziosi e molto-britannici breakfast a base di uova, bacon e roast beef. Che scandalo! si è indignata la signora Janet Vout, delegata di Sheffield e moglie del vicario di Clifton, chiedendo un taglio ai menu e presentando una mozione per imporre nelle prossime riunioni un regime alimentare più leggero. La rabbia della signora prontamente raccolta dal «Times» - nasce non solo da una genuina riprovazione morale, ma anche da incalzanti problemi di portafoglio. In tempi di recessione generalizzata, la Chiesa anglicana sta stringendo la cinghia e, proprio ieri, Sir Douglas Lovelock, commissario generale per le proprietà ecclesiastiche, ha chiesto ai fedeli un raddoppio dei contributi (molte diocesi sono già state costrette a ridurre i dipendenti). Nell'aria c'è anche la proposta di dare un taglio alle sessioni annuali: da tre si scenderà a due. Insomma, si chiudono i cor¬ doni della borsa, ma non per i delegati di York che, secondo la signora Vout, non hanno badato a spese e continuano a trattarsi nel migliore dei modi. I conti sono presto fatti: visto che le diocesi pagano per ciascun partecipante l'equivalente di 80 mila lire al giorno (45 mila per letto e prima colazione, 15 mila per il pranzo e 20 mila per la cena), il costo complessivo per i quattro giorni del sinodo è di oltre 160 milioni. Un vero spreco - accusa la Vout - perché i contributi, faticosamente raccolti, arrivano perlopiù da persone modeste. «Io mi vergogno tanto». Quel senso di vergogna, però, non sembra aver attecchito. I delegati si sono giustificati tirando in ballo il sinodo, una riunione che hanno definito monotona e un po' frustrante. L'unica consolazione - dicono resta la buona tavola. [g. bec]

Persone citate: Douglas Lovelock, Janet Vout, Sheffield, Vout