La Us Navy di linea: spostati o spariamo di Franco Pantarelli

La Us Navy al jet di linea: spostati o spariamo HAWAII La rotta era regolare, ma un aereo australiano con 300 passeggeri ha ris :hiato di essere abbattuto La Us Navy al jet di linea: spostati o spariamoa Errore della Marina, sfiorato il dramma dell'Airbus iraniano NEW YORK NOSTRO SERVIZIO Non gliene va bene una, di questi tempi, alla Marina da guerra americana. Ai tanti problemi creati alla sua «immagine» nell'ultimo periodo, ieri si è aggiunto un episodio per il quale è stato necessario presentare delle imbarazzate scuse ufficiali al governo australiano. E' accaduto che un aereo di linea della Qantas, appunto la compagnia australiana, stava sorvolando il Pacifico con 300 persone a bordo quando la sua radio ha cominciato a ricevere un messaggio a dir poco allarmante: «Cambiate rotta, se non volete fronteggiare un'azione ostile». Sbalorditi, i piloti australiani hanno cercato di capire chi diavolo fosse il proprietario di quella voce. Loro sapevano di stare percorrendo il «corridoio» di cielo previsto, nella rotta che doveva portarli da Los Angeles a Sydney e volevano chiarirlo, ma la voce nella radio si faceva sempre più perentoria, alla loro memoria è sicuramente tornato ciò che accadde al Jumbo coreano in Unione Sovietica e all'Airbus iraniano nel Golfo Persico, ed hanno pensato bene di correggere la propria direzione di marcia, segnalando naturalmente il fatto al quartier generale della compagnia. Immediata reazione, concitate richieste di informazioni e alla fine l'arcano si è scoperto: sotto all'aereo, a circa 900 miglia a Est delle Hawaii, era in corso un'esercitazione della Marina da guerra americana, cui partecipavano unità australiane, canadesi, giapponesi e sud-coreane. L'intimazione di prendere un'altra strada era venuta da loro. Ma una volta chiarito il mistero, non si sapeva ancora il «perché» di quell'intimazione, visto che l'aereo della Qantas era esattamente al suo Dosto. E la spiegazione ò venuta poco do¬ po dal povero Bob Hall, portavoce ufficiale della Marina, un mestiere che di questi tempi è diventato tremendo. Tutta colpa dell'incrociatore «Cowpens», che nell'esercitazione era incaricato di «avvistare il nemico» e di lanciare per l'appunto il «primo avvertimento». Per ragioni che «stiamo investigando», da quell'incrociatore è partita l'intimazione su una frequenza sbagliata. Com'è possibile, visto che gli strumenti di cui dispone il «Cowpens» sono i più sofisticati che si conoscano? «Questo è appunto ciò che stiamo cercando di accertare», ha detto Hall sempre più imbarazzato. Poi ha spiegato che «attraverso la nostra ambasciata a Canberra abbiamo presentato le nostre scuse per lo spiacevole incidente», perché «si è chiaramente trattato di un errore dei nostri uomini». Non era proprio ciò di cui la Marina aveva più bisogno, si diceva. Ultimamente, c'è stata l'e¬ splosione dello scandalo degli assalti selvaggi che i marmai hanno fatto a tutte le donne che capitavano loro a tiro durante una grande festa organizzata a Las Vegas per compensarli della Guerra del Golfo e il ministro Lawrence Garrett è stato costretto alle dimissioni. Poi, molto più grave, si è saputo pochi giorni fa che sull'incidente costato la vita a 290 civili iraniani sono state dette un monte di bugie. L'incrociatore «Vincennes», autore dell'abbattimento dell'aereo di linea, si trovava nelle acque territoriali iraniane e non fuori, come fu detto allora, e l'aereo non si stava dirigendo verso di esso «con atteggiamento ostile» (anche questo fu detto allora), ma stava seguendo il suo regolare «corridoio». Ma sulle rivelazioni dell'ammiraglio William Crowe la Marina non ha neppure aperto un'inchiesta. Franco Pantarelli

Persone citate: Hall, Lawrence Garrett, William Crowe

Luoghi citati: Canberra, Hawaii, Las Vegas, Los Angeles, New York, Sydney, Unione Sovietica