Che pastìccio per la casa E l'equo canone è un rebus

Che pastìccio per la casa E l'equo canone è un rebus Le reazioni di proprietari e inquilini al decreto governativo Che pastìccio per la casa E l'equo canone è un rebus «Che pasticcio!». Dal sindacato dei proprietari a quello degli inquilini, dalle grandi alle piccole agenzie immobiliari, il commento al provvedimento generale sulla casa è unanime. Contrastanti, invece, le reazioni al decreto governativo che, in particolare, ha modificato l'equo canone. Esso stabilisce che l'equo canone non si applica più nelle case di nuova costruzione. Per «nuove» s'intendono anche quelle per le quali, al momento dell'entrata in vigore del decreto, era già inoltrata al Comune la dichiarazione di ultimazione lavori in attesa dell'abitabilità. C'è poi l'esclusione dall'equo canone per quelle famiglie con reddito complessivo (cioè del marito, della moglie e, se ci sono, dei figli) superiore ai 50 milioni lordi. Chi si trova in questa situazione e vive in un alloggio a equo canone può stare tranquillo fino alla scadenza del contratto. Il presidente dell'Uppi, l'Unione piccoli proprietari, Quirino Laratti, definisce il tutto «un pateracchio», il direttore della Gabetti, Marianelli, è contento: «Le modifiche all'equo canone non sono il massimo, ma è già qualcosa. Certo, andremo incontro a qualche mese di "pazzie", ma alla fine ci penserà il mercato ad aggiustare tutto». «Altro che qualche mese - replica Edoardo Rossetti del Sunia, - ci attendono 2 o 3 anni di giungla». Le «pazzie» saranno quelle di qualche proprietario che, avendo come locataria una famiglia il cui reddito complessivo supera i 50 milioni, chiederà un affitto spropositato. E potrà farlo grazie al recente decreto legge del governo. E' ben vero che alla fine, in virtù del mercato, quella richiesta rimarrà tale e il proprietario dovrà ridimensionare le proprie pretese, ma fino a quel giorno sarà «conflitto» fra affittuario e padrone. La «giungla», invece, crescerà rigogliosa nei meandri della legge: «Ci sarà un'impennata della litigiosità - dice Rossetti che di professione fa l'avvocato - e già li vedo quelli che sposteranno residenze di figli o escogiteranno stratagemmi per abbassare il reddito della famiglia sotto i 50 milioni che, anche se sul decreto non c'è scritto, dovrebbero intendersi lordi». «Era meglio cancellare del tutto l'equo canone dice Quirino Laratti - e stabilire come affitto una percentuale del valore dell'alloggio, diciamo il 56 per cento». «Questa specie di riforma dell'equo canone - dicono all'Ipi, che si occupa dell'acquisto e della vendita d'immobili - se può apparire un passo avanti verso la liberalizzazione dei canoni, rischia di penalizzare ulteriormente l'accesso alla casa delle persone a più basso reddito». L'Ipi giudica il mercato «depresso», alla Gabetti sono invece ottimisti' «Nel senso che immaginavamo una st asi del mercato e i bilanci preventivati a settembre li stiamo realizzando alla lira». «Il mercato, almeno a Torino, sta attraversando un periodo di "stanca" - spiega Bertinetto il presidente della Fimai, l'associazione degli agenti immobiliari nel senso che domanda e offerta non si incontrano più. Ciò è dovuto al fatto che l'apice dei prezzi è stato toccato l'anno scorso e ora si devono livellare perché i proprietari continuano a credere di poter ritoccare il prezzo verso l'alto e i compratori a pretendere di abbassarlo». Beppe Minello Su La Stampa di domani inizieremo la pubblicazione di tutte le tariffe catastali di Torino utili ai proprietari di case per calcolare l'«lsi», l'imposta straordinaria sugli immobili Centinaia di persone hanno preso d'assalto l'ufficio del Catasto, in corso Vinzaglio, per conoscere la rendita catastale dei propri immobili e poter calcolare l'«lsi», l'imposta straordinaria che dovrà essere pagata entro il 30 settembre, o entro il IS dicembre, ma maggiorata del 3 per cento

Persone citate: Beppe Minello, Bertinetto, Edoardo Rossetti, Gabetti, Marianelli, Quirino Laratti, Rossetti

Luoghi citati: Torino